Dal 27 al 29 dicembre 2019 le zapatiste hanno convocato il Secondo Incontro Internazionale delle donne che lottano al Semillero “Huellas del Caminar de la Comandanta Ramona”, del Caracol Torbellino de Nuestras Palabras, della zona Tzots Choj (nella comunità di Morelia, MAREZ 17 de Noviembre).
La convocazione promessa nel 2018 durante il Primo Incontro delle Donne, si accompagna alle nuove iniziative annunciate per il prossimo periodo dall’EZLN come il Festival del cinema Puy Ta Cuxlejaltic e il Festival CompArte de Danza.
Dall’Italia partiremo a dicembre 2019 per partecipare nelle comunità zapatiste all’incontro internazionale delle donne e per visitare le comunità, continuando il sostegno al Progetto Juntos para el derecho a la salud.
Info e contatti: padova@yabasta.it o cooperazionerebeldenapoli@gmail.com
Le iniziative proposte dagli zapatisti seguono il comunicato “.. E abbiamo rotto l’accerchiamento”, in cui si annuncia la nascita dei Centri di Resistenza Autonoma e Ribellione Zapatista e di nuovi Caracoles e altri Municipi Autonomi Ribelli Zapatisti, a dimostrazione del processo di rafforzamento dell’autonomia zapatista
Il lento ma continuo lavoro d’organizzazione nelle comunità zapatiste si è mostrato in grado di “rompere l’accerchiamento” delle mosse compiute nel tempo del governo della 4T (quarta trasformazione), presentato come “del cambiamento” di Andres Manuel Lopez Obrador.
Gli zapatisti negli ultimi comunicati hanno ripercorso il cammino partito nell’ottobre 2016 insieme al Congresso Nazionale Indigeno che ha dato vita al Consiglio Indigeno di Governo. Da allora si è continuato a tessere le reti di relazioni nazionali per rafforzare i percorsi dal basso di resistenza al saccheggio del territorio e alle politiche di sfruttamento, tanto più dopo l’elezione di Amlo.
Se si guarda l’insieme delle politiche del governo di Amlo ci vuole poco per capire che c’è ben poco di cambiamento, nonostante moltissimi l’abbiamo votato con la speranza di voltare pagina.
* La costituzione della Guardia Nazionale, nuovo apparato armato che si inserisce in una più generale militarizzazione del paese.. Guardia Nazionale per altro dislocata proprio nel Sud Est messicano per il “rafforzamento” del confine in funzione di bloccare l’arrivo di migranti dai paesi centroamericani in trnsito verso gli Usa.
* La volontà di far marciare mega progetti, presentati come “tappe di progresso” per le comunità indigene, come il Treno Maya, che verrà costruito partendo dal Chiapas verso lo Yucatan. in realtà progetti che hanno a cuore solo gli interessi dei gruppi di potere messicani ed internazionali che hanno sostenuto la candidatura di AMLO.
* La retorica falsa delle consultazioni popolari, fatte in condizioni che non non rispettano minimamente i percorsi di opposizione reale a progetti di sfruttamento del territorio. Emblematico quello che è successo in Morelos dove si lotta contro un gasdotto e dove Samir Flores Soberanes, attivista messicano impegnato nelle mobilitazioni è stato barbaramente ucciso, proprio nei giorni della consultazione popolare.
* La pura propaganda riferita ai diritti umani che non sposta niente negli equilibri macabri di violenza ed impunità che continuano ad esistere nel paese.
Ogni 17 ore circa c’è l’aggressione di un giornalista in Messico, come denuncia Articolo 19.
I dati legati al femminicidio crescono insieme agli episodi di violenza, come denunciato nelle manifestazioni di protesta dell’agosto passato in cui migliaia di donne sono scese in piazza dopo l’ennesimo episodio di violenza da parte della polizia e per denunciare che “Tutti noi, cittadine e cittadini viviamo in costante pericolo, le autorità ci causano la stessa paura della delinquenza organizzata e siamo terrorizzate di vivere in questo paese”.
Mentre continuano le aggressioni, uccisioni o sparizioni di chi lotta, all’interno di una aggressione generalizzata ai popoli indigeni
* I falsi progetti come quelli di piantare alberi da frutto nella Selva, presentato come una grande occasione di sviluppo, a cui gli indigeni possono accedere solo mettendo a disposizione due ettari di terreno, smembrando ancora di più le proprietà comunitarie e distruggendo l’equilibrio naturale e le produzioni locali. Programma che tra l’altro Amlo sta esportando anche in El Salvador dove si è presentato tra selfie e telecamere portando in dono soldi per piantare alcune migliaia di alberi da frutta spacciandolo come “aiuto contro la migrazione”. Peccato che i fondi finiranno nelle pieghe del sistema corruttivo e che di certo non aiuteranno a migliorare le pesantissime condizioni di violenza e miseria che si vivono non solo in questo paese centroamericano. Ma anche questo fa parte delle azioni per coprire la trasformazione del Messico in paese/muro dell’immigrazione verso gli Stati Uniti.
E’ in questo clima, spiegato molto bene già il 1 gennaio 2019 dall’Ezln, che gli zapatisti dopo alcuni mesi di silenzio, ad agosto sono usciti con diversi comunicati rendendo visibile il cammino compiuto.
La nascita di nuovi spazi, caracoles e municipi autonomi, “questa crescita esponenziale”, la spiegano come frutto della sinergia tra il lavoro politico organizzativo costante portato avanti da tutti gli zapatisti, in particolare donne e giovani, e dall’altra dalla stessa politica governativa che come dicono nel comunicato “distrugge la comunità e la natura, in particolare quella dell’attuale governo autodenominato «Quarta Trasformazione».
“Le comunità tradizionalmente affiliate ai partiti sono state colpite dal disprezzo, dal razzismo e dalla voracità dell’attuale governo, e sono passate alla ribellione aperta o nascosta.”
Quello che è successo raccontano è che: “chi pensava, con la sua politica contrinsurrezionale di elemosine, di dividere lo zapatismo e di comprare la lealtà dei non-zapatisti, alimentando il confronto e lo scoramento, ha dato gli argomenti che mancavano a convincere tali fratelli e sorelle sulla necessità di difendere la terra e la natura.”
Nel presentarsi, rafforzati e con molte più comunità coinvolte, ancora una volta gli zapatisti offrono i loro territori a tutti quelli che in Messico e nel mondo vogliono provare a resistere, ad esistere per costruire nel presente un altro futuro possibile.
Ultimi comunicati dalle Montagne del Sud Est Messicano
Verso il Puy Ta Cuxlejaltic, il CompArte di Danza ed il Secondo Incontro Internazionale delle Donne che Lottano -Settembre 2019
Immagini della rottura dell’accerchiamento (2) – Settembre 2019
Immagini della rottura dell’accerchiamento (1) – Agosto 2019
E abbiamo rotto l’accerchiamento – Comunicato del CCRI-EZLN
Sonata per violino in sol minore: DENARO – Agosto 2019
Adagio-Molto Allegro in mi minore: Una possibile realtà – Agosto 2019
Ouverture: La realtà come nemica– Agosto 2019
Entra in scena la spalla – Agosto 2019
Materiali originali disponibili presso:
Caminantes – Centro Studi e Documentazione sul Messico e l’America Latina
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