Viaggio nel Kurdistan Iracheno

Andiamo nel Kurdistan Iracheno visitare i Centri giovanili e le attività che abbiamo realizzato con il Progetto Educazione per tutte e tutti.

Con il progetto abbiamo voluto contribuire al diritto all’educazione e alla formazione per minori e donne in particolare rifugiati provenienti dalla Siria e sfollati iracheni.

Questo per rafforzare la tutela dei diritti umani essenziali e aumentare la coesione sociale tra comunità, tanto più importante nella situazione d’emergenza che investe l’area.

Il Progetto con il finanziamento della Regione del Veneto si è svolto in collaborazione con Un ponte per …, Xena – Centro scambi e dinamiche interculturali, Al Mesalla e il Comune di Mogliano Veneto.  

Diario

1 settembre 2017 – Arrivo

Siamo arrivati a Sulaymaniya nella Regione del Kurdistan in Iraq con la delegazione del Progetto Giovani del Comune di Mogliano Veneto. Ci sono 41 gradi, ma qui è la normalità.

2 settembre 2017 – Visita a Sulaymaniya.

La mattina nell’ufficio di Un ponte per … i responsabili dell’associazione illustrano la situazione della zona.

Dentro ed attorno alla città ci sono i campi in cui sono alloggiati i rifugiati siriani ed gli sfollati interni. I progetti in corso non solo si occupano di chi sfugge dalla guerra ma anche si cerca di creare coesione sociale con la popolazione locale, che vede costantemente peggiorare le proprie condizioni di vita per la generale crisi economica che investe la regione.

La sera andiamo a visitare il Parco Azady , ovvero della libertà, dove le persone passeggiano per cercare un pò di fresco e rilassarsi in questi giorni di festività. Sono infatti le giornate del Eid al-Adha.

Sulle sponde del laghetto una scultura è dedicata a Ailan, il bambino curdo trovato morto in una spiaggia turca. Un’altra delle troppe vittime delle frontiere chiuse.

Nel parco ed intorno a noi la vita scorre, i ragazzi vanno sui pattini, salgono sule giostre e ragazzi e ragazze ridono sugli autoscontri.

Perchè ogni essere umano non dovrebbe poter restare a casa sua o dove vuole costruire la sua esistenza con diritti e dignità senza rischiare di morire?

3 settembre . Comunità Deir Mar Musa

E’ ancora festa a Sulemaniya. La vita scorre rallentata, negozi sono chiusi, l persone e le famiglie passeggiano nonostante i 42 gradi, che qua vengono già considerati una temperatura meno calda. La mattina un salto al supermercato a fare la spesa e poi uno spuntino con gli operatori locali di Un ponte per … che ci raccontano i tanti progetti che l’associazione cura in questa zona per garantire i diritti e creare coesione sociale.

Una camminata tra le strade del centro della città e del bazar deserto è l’occasione per immergerci nella vita della città.

Andiamo poi alla comunità di Deir Mar Musa, dove ha sede uno dei centri giovanili curati da UPP. La Comunità è uno spazio in cui incontro e dialogo interreligioso vengono praticati tutti i giorni, nonostante mille difficoltà.

Nella struttura del Centro Giovanile si svolgono corsi di alfabetizzazione per adulti, professionalizzazione per donne, attività d’animazione uniscono profughi siriani, sfollati iracheni e residenti.

Un luogo di scambio in cui la condivisione di percorsi, arte e cultura può portare al rispetto della ricchezza delle differenze.

4 settembre 2017 – In collegamento con Padova

Ci colleghiamo in diretta con Padova per una iniziativa che parla di Iraq e del nostro progetto al Cinema Uno Estate. E’ importante informare di quel che facciamo perchè la relazione con questo pezzo di mondo sia patrimonio delle nostre comunità.

5 settembre 2017 – I Centri giovanili

In giornata ci spostiamo per visitare altri Centri giovanili. Ma a cosa servono questi spazi?

Ce lo racconta Sami operatore presso il Centro Giovanile nella Comunità Deir Mar Musa a Sulaymaniya

6 settembre 2017 – Erbil

Siamo nella capitale del Kurdistan Iracheno, per visitare il centro giovanile. Partiti ieri da Sulaymaniya dopo una breve visita al bazar, abbiamo percorso la strada che passa da Dokan in mezzo a paesaggi emozionanti tra aspre montagne, laghi e fiumi.

La prima cosa che ti colpisce quando arrivi ad Erbil sono le centinaia di edifici in costruzione ora abbandonati a causa della crisi economica che attanaglia l’intera regione. La seconda cosa è l’acre odore di gasolio, chiaro segnale che anche qui la ricorrente sospensione della energia elettrica costringe ad un uso smodato dei generatori. La terza cosa… è il caldo, ancora più forte in questa zona pianeggiante. Anche intorno alla capitale ci sono moltissimi campi, soprattutto di sfollati interni (IDPs), fuggiti, in molti casi in poche ore, portandosi dietro pochissime cose, dall’avanzata di Daesh. C’è chi adesso sta tornando a casa ed in molti casi si ritroverà a tornare e trovare gran poco di quello che ha lasciato e ad affrontate nuovi conflitti e tensioni interreligiosi e interetnici della fase post Isis.

7 settembre 2017 – Centro giovanile di Erbil

Nella nostra visita al centro abbiamo avuto modo di chiacchierare con le molte ragazze e ragazzi che ne animano le attività. Il laboratorio di musica, quello di pittura, gli incontri ed ora anche la prossima apertura di una radio, che come negli altri centri giovanili servirà per ampliare la comunicazione tra giovani di diverse provenienze e comunità.

Nei centri giovanili si trovano insieme ragazzi e ragazze, scappati dalle zone occupate da Daesh, rifugiati siriani sfuggiti alla guerra, curdi e appartenenti alle comunità delle tante minoranze etniche e religiose del mosaico incredibile che c’è in Iraq.

Già solo il fatto di stare insieme è il primo tassello per costruire un futuro possibile fuori e contro l’imposizione di conflitti, divisioni e settarismi che si vorrebbero imporre qui come in altre parti del mondo. Sostenere i centri giovanili è fondamentale per i ragazzi e le ragazze che abbiamo conosciuto e lo è anche per noi perchè quello che succede qui appartiene anche al nostro destino.

8 settembre – Campo di Arbat

Piena di forti emozioni la visita al Centro giovanile dentro il campo rifugiati siriano di Arbat. Vi si svolge un importantissimo lavoro che viene fatto perchè anche chi sfugge dalle guerre possa sperare in un futuro migliore, incontrandosi, giocando, imparando, creando in spazi come questo.

Queste sono le immagini che ci restano nel cuore mentre ci apprestiamo a tornare in Italia.

10 settembre 2017 –  Ritorno in Italia

Il nostro viaggio nel Kurdistan Iracheno è finito, ma non certo l’impegno per continuare a sostenere i tanti progetti di Un ponte per …

Le immagini che abbiamo raccolto diventeranno un che presenteremo a breve


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