Nel marzo 2005 l’Associazione Ya Basta Bologna realizza l’importanza, imbottigliamento e distribuzione dell’olio palestinese. Una iniziativa che si inserisce nelle azioni contro la costruzione del Muro nei territori della Cisgiordanta da parte di Israele.
Prima si è andati a proteggere la raccolta delle olive, resa a dir poco difficile dall’occupazione israeliana, e poi, dal rapporto costruito con le comunità rurali e le associazioni palestinesi, si è deciso di provare a far circolare a livello internazionale l’olio prodotto in Palestina.
Non senza qualche intoppo, alla fine l’olio palestinese, viaggiando per mezza Europa, arriva e viene distribuito in Italia.
Nel depliant che presenta l’Olio Kifah, tutte le motivazioni dell’iniziativa.
Nel luglio 2002 Israele ha dato il via alla nuova fase del suo progetto di espansione e di repressione, costruendo un muro di annessione all’interno dei confini della Cisgiordania. Il suo percorso seguirà la logica della confisca e del controllo dei territori palestinesi, inclusa l’annessione dei territori fertili e coltivati, delle risorse idriche.
I primi tratti definitivi del muro sono visibili a Qalandia, Tulkarem e Jenin, oltre ai cantieri e la distruzione dei territori che stanno avanzando nei pressi di Gerusalemme, di Ramallah, di Betlemme. In ognuna di queste aree il muro è prossimo ad essere ultimato, solamente nel completamento della prima fase che rappresenta un terzo dell’intera realizzazione, verranno completamente stravolte 65 località palestinesi per un totale di oltre 200,000 persone, 120.000 alberi di olivo sradicati ed oltre a milioni di metri quadri di terreni fertli e coltivati confiscati.
Nel progetto il Muro si snoda all’interno della West Bank fino a punte estreme di 6 km confiscando di fatto porzioni sostanziali di terreni fertili e falde acquifere palestinesi. Come se questo non bastasse, Israele è in fase di approvazione di una estensione al progetto che prevede l’annessione di territori palestinesi fino a 15 jm all’interno dei confini del ’67 per poter consentire l’inclusione in Israele di colonie edificati e insediamenti edificati “illegalmente” in territorio palestinese.
Il Muro è la continuazione e esaltazione della politica israeliana di accerchiamento e di chiusura e rappresenta lo strumento maggiore di strangolamento dei “ghetti” palestinesi esistenti.
Il progetto Kifah.
Ya Basta ha deciso di disobbedire a questa logica di annientamento e di affiancare il popolo, in particolare i contadini di Palestina nella loro lotta quotidiana per la sopravvivenza. A questo scolpo è nato il progetto di importazione e di rivendita dell’olio extra vergine. Questo olio, ribattezzato Kifah, che in palestinese vuol dire lotta, arriva dalla zona di Ni’ ilin, dove quotidianamente il popolo palestinese si vede sottrarre oltre alle terre, alle risorse idriche e alle case, anche il futuro e i sogni dei propri figli, la propria storia familiare, le proprie radici.
Con il ricavato della vendita dell’olio, ottenuto con lavorazioni artigianali, da olive coltivate ancor oggi con metodi completamente naturali, Ya Basta sostiene l’attività dell’HDP Health Devellopement Information and Policy Institute, un’associazione non governativa palestinese che svolge attività di monitoraggio sulle condizioni igienico-sanitarie nei villaggi rurali.
Con il progetto Kifah le comunità rurali non dipendono più dalla politica israeliana di occupazione, entrano in contatto con il mondo cooperativo ed internazionale raggiungendo due scopi: dalla vendita a Ya Basta dell’olio d’oliva a prezzi parificati a quelli del mercato internazionale, ottengono la possibilità di autosostentamento, di sviluppo sociale ed economico delle comunità, e di conservazione della propria identità culturale e produttiva. Dal ricavato della vendita dell’olio d’oliva in Italia, ottengono la possibilità di dotarsi di attrezzature che garantiscano loro la produzione anche in condizioni ree difficili dall’occupazione militare e dall’ostilità dei coloni.
Sigillare il destino
La retorica israeliana che afferma che saranno stabilite parti di attraversamento del muro per le persone e per le merci, non trova riscontro nella realtà, poiché il sistema dei permessi israeliano è storicamente il pretesto per le più evidenti violazioni della libertà di movimento.
Come rilevato dall’organizzazione per i diritti umani, B’Tselem, Israele non ha, ad oggi, ancora disposto le risorse economiche necessarie alla realizzazione di tali punti di attraversamento, causando così l’impossibilità, ad esempio per i contadini di poter raggiungere i loro terreni, che nel frattempo si sono inariditi.
La spirale di confisca dei terreni e delle indescrivibili sofferenze nei Territori Occupati è la conseguenza diretta dell’abilità israeliana di agire nell’impunità, accompagnata dall’omertà internazionale.
Ancora oggi nel 2023 l’Associazione Ya Basta Bologna distribuisce le saponette naturali all’olio delle terre palestinesi.
Contatti
Associazione Ya Basta! Via Casarini 17/4 Bologna
L’importazione dell’olio palestinese nasce per sostenere la lotta quotidiana dei contadini palestinesi per la sopravvivenza.
Quest’olio ha la forza dei secoli di tradizione e di storia, cultura e convivenza nei terreni millenari di Palestina
… ha la gentilezza delle genti che da secoli gli dedicano la loro fatica e il loro sudore, che a lui affidano il mantenimento delle proprie famiglie e il futuro dei loro figli.
… ha il sapore forte della tenacia con la quale le sue genti resistono all’oppressione e all’occupazione dello stato d’Israele, alle continue umiliazioni a loro inflitte.
… porta con sé il carattere forte e profondo dei contadini palestinesi che subiscono l’esproprio forzato delle loro terre e assistono impotenti alla distruzione e allo sradicamento dei loro alberi di olivo.