Claudio Calia in Iraq con i Centri giovanili di UPP

Ai primi di luglio 2016 Claudio Calia, fumettista padovano è in Iraq per realizzare dei corsi di formazione sul linguaggio dei fumetti all’interno dei Centri Giovanili promossi da Un ponte per, aperti insieme all’arci Toscano.

Durante il viaggio verso l’Iraq si trova ad Instabul mentre l’aereoporto è colpito da un attentato. Raggiunto l’Iraq realizza i Corsi di fumetti in diversi Campi Profughi, a Erbil, nel Campo di Duhok e visita alcuni luoghi simbolo della recente storia irachena.

Alla conclusione della permanenza in Iraq viene realizzato un opuscolo curato da UPP e Arci Toscana.

Le storie raccolte durante l’intero viaggio compongono il volume Iraq- Dispacci dal fronte iracheno che sarà editato da Becco Giallo Edizioni nel dicembre 2017.

Mentre è in Iraq Claudio Calia si collega con Padova e partecipa alle iniziative con Saman ed Hana, giovani iracheni, a Padova per raccontare la realtà dei Centri giovanili e dell’Iraq.

“L’altro Iraq” a fumetti: le tavole di Claudio Calia

A cura Un ponte per

Il fumettista Claudio Calia racconta ciò che sta conoscendo dell’Iraq attraverso il suo strumento preferito: il fumetto.

In viaggio con UPP per alcuni corsi di formazione sul disegno nei nostri Centri giovanili aperti insieme ad Arci Toscana, Claudio sta raccogliendo storie, immagini e testimonianze per raccontare “l’altro Iraq”: quello dei giovani che resistono alla guerra e alla violenza, lavorando nel presente per scrivere un futuro migliore.

Ecco le prime tavole che ha realizzato.

Io lo ho vissuto così

Voci da Erbil

Finalmente faccio quel che sono venuto a fare
Vita

Lalish

Lifes goes on

La felicità delle piccole cose

Quando Yellow Kid andò in Iraq

Essere nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Ciao Bella

Halabja Monument

Iraq. Con i giovani, futuro del paese e delle sue minoranze

Promuovere il dialogo tra società civile, autorità locali e istituzioni in Iraq e Italia. Offrire servizi sociali e spazi di condivisione ai giovani iracheni, soprattutto quelli appartenenti alle minoranze: cristiani, ezidi, kakai, shabak, turcomanni. Costruire insieme Centri giovanili, in cui le peculiarità delle loro comunità siano considerate una ricchezza per la società irachena, un tempo mosaico di civiltà, culture, religioni.

Sono questi gli obiettivi del progetto Youth Spring Across Ethnicities: a new social alliance to empower youth of minorities in North Iraq and KRG, avviato nel 2015, sostenuto da Unione Europea, CEI, Tavola Valdese – Ufficio Otto per Mille e Provincia Autonoma di Bolzano, e portato avanti in partenariato con ARCI Toscana, le organizzazioni irachene Al-Mesalla, The Iraqi Institution for Development di Mosul e Yazidi Solidarity and Fraternity League di Bashiqa. Fanno parte del progetto anche altri 4 Enti italiani tra cui il Comune di Pisa, la Tavola della pace e della cooperazione di Pontedera, l’Unione dei Comuni della Valdera e l’Istituzione Centro Nord-Sud della Provincia di Pisa

Quando il progetto è stato ideato Daesh non aveva ancora occupato Mosul, ne’ portato distruzione nella Piana di Ninive.

L’idea era di contribuire a rafforzare le politiche di uguaglianza di genere e di integrazione tra i giovani, e avrebbe dovuto svolgersi in 5 località: Mosul, Bashiqa, Qaraqosh, Sinjar e Khabat. Luoghi di confine tra il Kurdistan iracheno e il nord dell’Iraq, contese tra i rispetti governi, oggetto di continue tensioni. Aree che, nell’estate del 2014, sono finite al centro del vortice di violenza causato da Daesh.

Per questa ragione, il progetto è stato ripensato e spostato. Le comunità coinvolte sono rimaste le stesse, ma sono state costrette a fuggire e trovare nuove case, altrove. Ci siamo spostati con loro, e oggi “Youth Spring” ha portato all’apertura di 4 Centri giovanili ad Erbil, Dohuk, Sulaimania e Zummar.

Tantissime le attività in programma e quelle già realizzate: dai training di teatro alla street art (con il progetto “Niente Paura“), fino ai corsi di fumetto con Claudio Calia, i Centri giovanili sono diventati in questi mesi un punto di riferimento per i giovani, ed un luogo di riappropriazione degli spazi, agiti ed utilizzati secondo le loro esigenze.

L’ideazione, la programmazione e la realizzazione del progetto infatti è curata dai ragazzi, in costante collaborazione con le istituzioni locali.

A queste attività si affiancano poi i momenti di formazione, grazie alla collaborazione con social workers e operatori locali. Tra i temi i diritti umani, il peacebuilding (storia, teoria e pratica dell’approccio nonviolento alla risoluzione dei conflitti), l’educazione alla pace, l’utilizzo dell’arte come strumento di promozione della pace. E ancora, promozione dell’attivismo tra i giovani: azione nonviolenta, utilizzo di media e social network, libertà di pensiero, di parola e di associazione. Infine, sono previsti numerosi scambi giovanili e culturali con l’Italia.

Un lavoro che proseguirà per i prossimi 3 anni, con l’obiettivo di rendere i Centri dei luoghi di conoscenza e di scambio in cui promuovere una cultura di tolleranza ed integrazione tra i diversi gruppi linguistici e religiosi iracheni.


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