Iraq – Batte il suo tempo la scena del fumetti

„Perchè il fumetto è qualcosa che riesce a rappresentare graficamente i sogni di ognuno!“
Eiichirō Oda mangaka creatore del manga “One Piece” 1975

La pandemia non ha risparmiato l’Iraq, che attualmente ha quasi 80.000 casi registrati. Un’impennata repentina, dopo che alla riapertura post lockdown, ai primi di giugno, i casi erano solo 3.000. Una situazione di grave preoccupazione in particolare in alcune zone, come la capitale Baghdad, che si accompagna ad un sistema sanitario debole ed a una crisi economica in crescita.

In uno scenario non certo facile, con i movimenti tra i vari Governatorati ancora bloccati, sono continuate anche in questi mesi le attività legate al linguaggio dei fumetti.

In primavera 2020 in Italia era previsto l’arrivo di Shirwan Can per presentare a BeComics, Festival internazionale del fumetto a Padova, la sua opera, “L’ultima donna”, prima graphic novel irachena tradotta all’estero.

Nella tarda primavera il fumettista italiano Claudio Calia avrebbe dovuto recarsi in Iraq per svolgere il quarto corso di fumetti con giovani di tutto il paese, per approfondire con i partecipanti il loro percorso formativo di specializzazioni in comics, così come si sta facendo da tempo.  

Non solo, ma era stata già stata avviata l’organizzazione del primo Festival Internazionale del fumetto, previsto in autunno 2020 a Sulaymanhya, nel Kurdistan iracheno, organizzando da Karge Comics Studio in collaborazione con varie ambasciate europee.

Ed ancora si stava lavorando per l’uscita della prima rivista di fumetti irachena con tavole di artisti da tutto il paese.

Come, ovunque nel mondo, lo scatenarsi del Covid 19 ha costretto a ripensare le attività, ma non ci si è fermati.

Claudio Calia in questi mesi ha costantemente seguito on line i giovani fumettisti iracheni, dando vita ad una sorte di “tutoraggio” on line per accrescere le loro competenze nei vari aspetti grafici e di struttura della realizzazione di tavole e racconti a fumetti. Un lavoro di crescita personale e collettivo, fondamentale per realizzare opere capaci di valorizzare i racconti realizzati con questo particolare linguaggio artistico.

Il libro di Shirwan Can è stato tradotto ed impaginato e in collaborazione con Oblò Aps e sarà presentato in autunno in Italia, mentre è stata già realizzata la riedizione di Oblò Iraq, interamente dedicato a fumettisti iracheni ed è in programmazione un altra pubblicazione di tavole irachene.

Diversi giovani iracheni da varie città del paese, da Baghdad a Erbil, sono fra i partecipanti del Comics World Challenge #Mycovidincomics che si sta svolgendo in contemporanea on line in 11 paesi.

Altri giovani della zona di Mosul, e non solo, hanno partecipato a Corsi on line e iniziative fatte circolare in Comics and Animation Iraq, pagina in FB dedicata ai fumetti e alle animazioni artistiche per fare rete, annunciare wokshop e mostre.

Un insieme di attività che dimostrano come la volontà di allargare e rafforzare la scena del fumetto in Iraq sia non solo in cammino ma anche vivace e creativa, sfidando un tempo non certo facile.

Un percorso che affonda le sue radici nella consapevolezza che i fumetti, la loro pubblicazione con graphic novels e riviste, sono mezzi estremamente potenti nella comunicazione sociale, se vengono adeguatamente coltivati e considerati come sta succedendo in questa complessa parte del puzzle globale che si chiama Iraq.

Le attività collegate al linguaggio dei fumetti sono parte del Progetto Arte per la coesione sociale con il contributo dell’azienda azienda di cosmetici etici Lush Italia

Lo sviluppo dei fumetti si inserisce all’interno delle vaste attività collegate ai diversi linguaggi artistici che si stanno realizzato a cura di Walking Art – Arts, Culture & Heritage, ONG nata proprio per permettere la più ampia collaborazione tra artiste ed artisti iracheni.

La copertina dell’articolo è tratta da una tavola di Luna Darwesh


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