Associazione YaBasta
CHI SIAMO
NEWS
APPROFONDIMENTI
AGENDA
PROGETTI
CAMPAGNE
CAROVANE
CAMINANTES

Home / Asia

Turchia - Corteo in piazza Taksim 108 arrestati e diversi feriti

Orsola Casagrande - Il Manifesto

Associazione Ya Basta Caminantes

In questo articolo si parla di:

  • 38/700 Turchia

I lavoratori sfidano 32 anni di divieti
Dopo trentadue anni di divieti i lavoratori sono tornati a celebrare il primo maggio in piazza Taksim. In realtà il prefetto di Istanbul Muammer Guler aveva confermato il divieto di manifestare. Ma i lavoratori e i sindacati fin dalle prime ore del mattino si sono riversati a Taksim. Immediatamente la polizia ha attaccato i manifestanti che si dirigevano verso il centro della città. Idranti, blindati e manganelli. Ventincinquemila poliziotti schierati per impedire ai lavoratori di celebrare la loro festa in quella piazza così densa di significati dove nel 1977 trentasei persone persero la vita, uccise proprio durante le celebrazioni del primo maggio. Le immagini delle bandiere rosse che sventolano in piazza fanno venire i brividi. Così come la violenza spietata delle forze di sicurezza. Centootto le persone arrestate, moltissimi i feriti. Scontri pesanti che hanno avuto luogo nelle stradine laterali che portano a Taksim, ma anche in altre città della Turchia. A Diyarbakir, in Kurdistan, pesante il bilancio della manifestazione dei lavoratori. Una violenza che va ad aggiungersi a quella ormai costante che da dopo le elezioni amministrative del 29 marzo (che hanno registrato il successo del kurdo Dtp) non si è mai fermata.
Le forze dell’ordine in questi giorni sono sotto i riflettori per la morte di un giovane di appena sedici anni, rimasto ucciso durante una operazione «antiterrorrismo» proprio a Istanbul, nel quartiere di Bostanci. Un militante di un gruppo di sinistra legato al Pkk è stato ucciso dopo uno scontro a fuoco durato cinque ore. Oltre a lui sono morti un poliziotto e il giovane passante. Per il prefetto Guler, l’operazione «è stata un successo». Nel confermare il divieto a manifestare a Taksim, il primo ministro Recep Tayyip Erdogan aveva ribadito che la richiesta dei sindacati era «irragionevole. «La piazza - aveva detto - non è adatta a manifestazioni di massa». Durissimi i commenti dei sindacati al nuovo rifiuto. Sami Evren, presidente di Kesk (lavoratori del pubblico impiego) ha sottolineato che «ormai la discussione sulle celebrazioni del primo maggio sono state ridotte a discussioni sugli scontri che puntualmente si verificano. Questa è diventata politica dello stato che continua deliberatamente a ignorare le richieste dei lavoratori». Quanto alle obiezioni sull’inadeguatezza di piazza Taksim, Evren ha ricordato che il cinque aprile scorso la piazza è stata concessa per una manifestazione della polizia. Migliaia di poliziotti si sono concentrati nella centralissima piazza cittadina. «Ma naturalmente - ha concluso Evren - quando la richiesta è dei lavoratori, la risposta è un’altra». La crisi economica intanto continua a pesare sulla già non brillante economia turca. E in più in queste ultime settimane si sono nuovamente intensificati i bombardamenti nel Kurdistan iracheno e in quello turco. Ankara nonostante le pressioni (seppure timide) da più parti per una soluzione negoziata alla questione kurda, continua a bombardare e a parlare il solo linguaggio della guerra. E questo, naturalmente, in termini economici costa. La guerra infatti si mangia una fetta consistente del budget della difesa. Il primo maggio per il governo è stato giorno di lavoro: Erdogan infatti ha annunciato il suo rimpasto di governo. Il consulente speciale del premier, Ahmet Davutoglu, è stato nominato ministro degli esteri.
Quest’anno sulla festa dei lavoratori e sulla repressione nei confronti del sindacato e di chi cerca di organizzarsi grava anche una nuova importante sentenza della Corte europea per i diritti umani. Il 21 aprile scorso infatti la Corte ha condannato la Turchia per comportamenti anti-sindacali. Diversi lavoratori erano stati vittime di provvedimenti disciplinari dopo che avevano comunque aderito e partecipato a uno sciopero di ventiquattro ore indetto dal sindacato Kesk.

06

Maggio

2009

CSV di Padova

Sito realizzato grazie al
finanziamento del CSV
di Padova

Credits

Sito creato con SPIP da Ipse Digit s.c.