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Rally Dakar Argentina-Chile 2009 -In nome del business violati diritti e cultura dei popoli nativi

Associazione Ya Basta Caminantes

In questo articolo si parla di:

  • 186/674 Wallmapu (Territorio Mapuche)

... i Governi devono rispettare l’importanza speciale, per la cultura e per i valori spirituali dei popoli interessati, della relazione che essi intrattengono con le terre od i territori (o, a seconda dei casi, con entrambi) che essi occupano od altrimenti utilizzano; ed in particolare gli aspetti collettivi di questa relazione. ....
così recita all’art.13 la ’Convenzione su Popoli indigeni e tribali’ (C169 della ILO) sottoscritta dai Governi di Chile e Argentina

Il mapuche non può essere separato dall’elemento che gli dà vita nel suo territorio. Perché dal punto di vista della cosmovissione mapuche, non é possibile disintegrare la vita dal suo elemento naturale cioè da tutte le vite che conformano l´ecosistema.
Per il mapuche la montagna, ha vita, come pure il fiume, un torrente, essendo questi elementi parte di tutte le forze con le quali i mapuche comunicano attraverso il “mapudugun” che significa “lingua della terra”.
Il mapuche prende contatto con ognuno di questi poteri e di queste forze; vive e si sviluppa grazie a che questi altri elementi li danno vita.
Ce´ una interdipendenza che i mapuche non possono rompere: perché quando uno di loro viene aggredito da qualsiasi di queste altre forze, disequilibra la sua propria vita.
Allora il mapuche é un elemento in più, non é superiore alla montagna o al fiume, o al vento: tutti gli elementi sono necessari, imprescindibile e nessuno di loro é superiore all’altro.

Il 3 gennaio prenderà il via il “Rally Dakar Argentina-Chile 2009”
(Vai alla rassegna di notizie in continuo aggiornamento)
manifestazione sportiva che si svolgerà in territorio mapuche (Wallmapu), organizzata dalla società privata francese Amaury Sport Organisation e patrocinata (ma non solo) dai governi di Argentina e Chile, che, abbagliati da una ipotizzata mega promozione turistica della regione, non hanno esitato a cedere l’uso del territorio senza nessuna consultazione delle popolazioni che lo vivono, violando gravemente i loro diritti nazionali e pregiudicando l’ecosistema della zona.

Il Rally 2008, già previsto in Africa, è stato cancellato per “minacce terroristiche” in Mauritania, uno dei siti della prova oltre che a un crescente rifiuto alla manifestazione espresso dalle popolazioni colpite dall’evento e dal mondo arabo in generale.

Gara di multinazionali

Secondo Wallmapuwen (organizzazione mapuche) più che un evento sportivo di primo livello, si tratterebbe solo di un “grande affare riservato alle grandi marche automobilistiche e a industriali di vari settori che possono permettersi di spendere milioni di dollari per un’avventura attraverso i territori di vari popoli oppressi”, e aggiunge “ Il Rally Dakar è stato sin dalle sue origini un’ostentazione offensiva della ricchezza verso le popolazioni investite da gravi problemi di povertà. Non è possibile oggi accettare che i nostri territori servano da campo di gioco per ricconi del primo mondo e da supporto pubblicitario per multinazionali petrolifere e grandi fabbricanti di automobili”.
Le zone in cui si svolge la gara sono teatro di lotte quotidiane contro le imprese petrolifere e minerarie che stanno devastando i territori.

Alta pericolosità

Nei suoi 30 anni di esistenza in Africa, questo Rally si è pagato la vita di 54 persone, tra partecipanti diretti, ma anche popolazione locale e fra loro molti bambini, alcuni investiti assieme ai loro familiari, senza contare i danni provocati a terreni e raccolti al suo passaggio fra i paesi più poveri dell’Africa.
L’Osservatore Romano, portavoce della Santa Sede, ha lanciato nell’editoriale di qualche tempo fa, dure critiche contro la competizione e le imprese straniere che la finanziano. “La scia di sangue che si allunga di anno in anno sul percorso della corsa, mette in evidenza l’innegabile componente di violenza che pretendono esportare stili ‘occidentali’ in ambienti umani ed ecosistemi che hanno ben poco di occidentale, tutto questo con l’appoggio degli ‘sponsor’ commerciali che non mancano mai”.

Danni all’ambiente

Ai mapuche preoccupano specialmente i gravi pericoli per l’ambiente che la gara causerebbe.
“Questo Rally, che rappresenta una carovana composta da più di 700 veicoli (230 moto, 165 auto, 70 camion e 230 veicoli di assistenza) è una gigantesca macchina di distruzione di risorse ed energia, di violenza meccanica contro la natura”.

“La circolazione di un così gran numero di veicoli non può che danneggiare in modo sostanziale il terreno percorso e il suo ecosistema. Se con questo tipo di attività si pretende sviluppare il turismo, come hanno dichiarato le autorità cilene e argentine, dobbiamo puntualizzare che si tratta di un turismo distruttivo, ad alto impatto ambientale. I mapuche si oppongono a questo tipo di turismo, che non rispetta la natura e le popolazioni locali.”

Anche secondo l’Asociación de Arqueólogos Profesionales de la República Argentina’ “questa ottica ristretta non ha visto e/o non ha preso in considerazione l’effetto e/o distruzione permanente che il suo svolgimento causerà nei siti archeologici, fauna e flora locale, economia rurale, ecc … “ (leggi anche Continuiamo a comprare perline colorate: il Dakar Argentina-Chile 2009dell’ AAPRA) ed è proprio di questi giorni la notizia dell’annuncio di un’equipe di paleontologi, della scoperta di importanza internazionale, del fossile di un genere ancora sconosciuto di dinosauro carnivoro, in Patagonia, e manco a farlo apposta, proprio nella zona dove passerà il Dakar.

Dal sito ufficiale della manifestazione si può comunque notare la ’sensibilità e spirito ecologico’, sintetizzati in questa significativa frase che non ha bisogno di commenti:
" Para atestiguar su compromiso con una actitud ecológica responsable,A.S.O. ha decidido destinar una parte de los gastos de inscripción de los participantes inscritos en la carrera a la "eco-participación", por un importe de 50 euros para las motos y quads, de 100 euros para los coches y de 150 euros para los camiones. La suma recogida se destinará a una o varias asociaciones que trabajen por la protección del medio ambiente."

Le forze in campo

Per l’occasione sette ministeri argentini coordinano una gara di resistenza che vedrà il più grande dispiego di forze militari e di sicurezza visto in occasione di una gara sportiva, degli ultimi 30 anni.
Il governo argentino sosterrà la logistica della traversata con aerei militari, più di 1500 gendarmi, centinaia di polizia provinciale, di frontiera e inteligence statale, per evitare incidenti inaspettati per confermare così la gara anche per l’anno successivo.

L’entità della cifra che il governo argentino metterà a disposizione non è resa nota.

La Amaury Sport Organisation, che solo di diritti televisivi incasserà circa 77 milioni di euro, ne spenderà 33 per la logistica.

Fra le incombenze, quella di tenere ben controllate le recinzioni delle grandi proprietà (che per l’occasione saranno aperte) affinchè non entrino estranei .... un ulteriore offesa ai nativi dei territori, perseguitati anche solo se le oltrepassano per prendere l’acqua ...

Con una convenzione con la LADE (Líneas Aéreas del Estrado) saranno messi a disposizione due aerei da trasporto Hercules e tre aerei Fokker della dotazione normale della Forza Aerea. In Chile saranno messi a disposizione un Hercules e un Boeing 737.
In ciascuna delle dieci tappe in territorio argentino, il trasferimento dello staff organizzativo richiederà tre voli per ogni aereo per trasportare circa 500 persone nei punti di verifica.
L’esercito si impegnerà con tre elicotteri Bell UH-H per trasporto truppe. l’organizzazione ha anche affittato 8 elicotteri cileni per trasporto dei vip e girare le immagini aeree della gara.
Considerata la cifra in ballo per i diritti televisivi, gli organizzatori chiedono l’esclusiva, per cui lo stato argentino ha ristretto i permessi di volo nella zona interessata dalla gara.


Ancora una volta troviamo contrapposte la cosmovisione propria del popolo mapuche e dei popoli nativi in generale che vivono in stretta connessione con il territorio, parti integranti di esso, la cui sussistenza è subordinata al rispetto dei suoi equilibri alla misera visuale circoscritta al profitto economico di alcuni a scapito della salvaguardia della ricchezza naturale e culturale comune, scambiata per folklore e mascherata da propulsore turistico per gli Stati.

Mentre varie organizzazioni hanno annunciato un ’contro rally’ con veicoli alternativi, a piedi, con carr e cavalli, con percorsi tenuti segreti, per denunciare l’immoralità di una gara che conta una media di due morti l’anno, rovina i territori al suo passaggio senza lasciare niente agli abitanti del posto, gli organizzatori si vantano che si tratterà della prova sportiva più dura del mondo.... "per avvertire il brivido dell’ avventura a fior di pelle"....
Seguiremo anche noi con molta attenzione questa manifestazione



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