Martedì 18 novembre sono stati arrestati tre attivisti internazionali, Vittorio Arrigoni italiano nelle acque di Gaza mentre erano a bodo di un peschereccio palestinese.
I tre internazionali sono Andrew Muncie scozese, Darlene Wallach americana e Vittorio Arrigoni italiano.
Insieme a loro sono stati fermati 15 pescatori palestinesi e sequestrati due pescherecci.
Il Free Gaza Movement appena saputo dell’accaduto ha lanciato una mobilitazione a sostegno degli attivisti arrestati.
La presenza internazionale sulle barche si inserisce all’interno delle azioni di denuncia dell’aggressione costante della Marina Militare Israeliana ai pescatori palestinesi.
Questo è uno degli aspetti più odiosi dell’assedio a Gaza che tra l’altro va contro alle stesse leggi internazionali in materia di limiti territoriali marini, come ci spiega Michele Giorgio, giornalista del Manifesto, nell’intervista realizzata il giorno seguente all’arresto di Vittorio.
Vittorio Arrigoni e gli altri attivisti arrestati, che sono in atttesa di essere espulsi da Israele hanno deciso di attuare uno sciopero della fame per chiedere che, dopo il rilascio dei pescatori palestinesi vengano dissequestrate le imbarcazioni che ancora arbitrariamente sono trattenute dai Militari Israeliani.
Abbiamo raggiunto Vittorio nel carcere di Tel Aviv e ci ha raccontato in che modo lo hanno arrestato e ci ha spiegato le motivazioni dello sciopero della fame.
Ascolta l’intervista
Leggi la lettera della madre di Vittorio Arrigoni
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Approfondimenti sulla situazione a Gaza:
Free Gaza
Speciale a cura Associazione Ya Basta
Palestine Monitor
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