Associazione YaBasta
CHI SIAMO
NEWS
APPROFONDIMENTI
AGENDA
PROGETTI
CAMPAGNE
CAROVANE
CAMINANTES

Home / Centroamerica

Migliaia di sandinisti invadono Managua. Scontri nella capitale.

Giorgio Trucchi - Lista Informativa "Nicaragua y más"

Associazione Ya Basta Caminantes

In questo articolo si parla di:

  • 18/700 Nicaragua

Nicaragua Elezioni 2008

Fallisce seconda marcia della destra

Migliaia di sandinisti invadono Managua. Scontri nella capitale.

Montealegre presenta le “prove” dei brogli, ma è costretto ad abbandonare la marcia.

Riappare Alemán e propone una riforma costituzionale

L’attesa per i risultati finali e per la proclamazione degli eletti delle elezioni municipali dello scorso 9 novembre ha nuovamente fatto scoppiare il caos a Managua. Secondo gli ultimi dati forniti dal Consejo Supremo Electoral, CSE, il FSLN avrebbe addirittura conquistato 103 comuni dei 146 disponibili, mentre l’Alianza PLC/VCE si fermerebbe a 39 e la ALN ne otterrebbe 4.

Una vittoria per il partito di governo che assumerebbe le sembianze di un vero e proprio tsunami rojinegro in tutto il territorio nazionale, con il controllo di 14 capoluoghi di Dipartimento e una debacle dai toni drammatici per la destra liberale ed i suoi alleati.

Di fronte a questi dati, il fronte “Todos contra Ortega” con alla testa il candidato per Managua, Eduardo Montealegre, spalleggiato dai principali mezzi di comunicazione, ha continuato a sostenere la tesi del broglio elettorale, disconoscendo i risultati provvisori del CSE, presentando istanze di revisione ed impugnazione in tutto il territorio nazionale e minacciando di formare una maggioranza in Parlamento per far annullare le elezioni.

La tesi di Montealegre e del PLC/VCE hanno trovato eco in vari comunicati emessi da organizzazioni della società civile nicaraguense, da tempo in rotta con il governo Ortega ed anche in istanze internazionali come il Dipartimento di Stato statunitense, la comunità donante e la Conferenza Episcopale del Nicaragua (CEN).

Il FSLN incassa invece il totale sostegno dei paesi appartenenti all’Alternativa Bolivariana de las Américas (ALBA), i quali hanno applaudito il trionfo sandinista ed hanno intimato ai paesi del nord di non intromettersi nei processi interni del Nicaragua.

Montealegre ha anche finalmente presentato le “prove” dei presunti brogli, che consistono in 2.039 copie in carta carbone dei 2.107 documenti ufficiali in cui vengono riportati i risultati di ogni seggio. Secondo il candidato della destra liberale per Managua, il CSE oltre ad alterare una serie di dati e risultati, avrebbe “nascosto” e non conteggiato 644 seggi e cioè quelli in cui la sua Alleanza avrebbe vinto con largo margine sul candidato del FSLN. Una differenza di circa 32 mila voti che darebbe a Montealegre più del 51 per cento e ad Alexis Arguello il 46 per cento, esattamente il contrario dei risultati emessi dai magistrati elettorali.

Oltre ad un articolato ed attento lavoro di presentazione di queste prove in un apposito sito in internet, Montealegre ha portato le copie cartacee che fino a pochi giorni fa erano diventate un vero e proprio mistero dato che nessuno le aveva mai viste.

Quello che Montealegre non ha però ancora spiegato è il perché di tanta attesa, perché non ha approfittato delle due occasioni offerte dal CSE per confrontare i dati e le copie in mano alle due parti, perché non ha voluto partecipare al nuovo conteggio dei voti presentando le prove che diceva di avere e come sia possibile che gli altri quattro partiti e gli stessi magistrati liberali concordino con i risultati elettorali. Nonostante glielo si sia chiesto direttamente durante la presentazione, il leader di VCE ha dato spiegazioni poco convincenti.

Molto più convincente è invece stato l’appello del candidato a vicesindaco di Managua, Enrique Quiñonez, che ha giurato e spergiurato che queste elezioni sono nulle e che difenderanno la vittoria anche con l’uso della violenza.

Alta tensione e scontri

L’insistenza della Alianza PLC/VCE a non voler riconoscere la schiacciante vittoria sandinista si è trasformata in provocazione al voler indire due marce di protesta: a León e Managua.

Nonostante gli inviti a rinunciare per evitare di creare possibili nuove occasioni di provocazione e scontri, che nelle giornate successive alle elezioni erano costati la vita a una persona e decine di feriti, il PLC e Montealegre hanno lanciato i loro simpatizzanti per le strade, i quali puntualmente si sono fronteggiati con simpatizzanti sandinisti che con barricate hanno impedito il passaggi della carovana liberale che si dirigeva a León.

Il bilancio è stato di sette feriti, tutti sandinisti, di cui alcuni gravi. Nonostante il lavoro di contraffazione della realtà da parte di molti mezzi d’informazione nazionali, va menzionata la presenza di attivisti liberali che hanno fatto uso di pistole e fucili a canne mozze.

La rabbia sandinista è esplosa nei giorni successivi, bloccando prima Montealegre e i suoi seguaci nei locali in cui si svolgeva la presentazione delle “prove” dei brogli (solo l’intervento dei corpi speciali della Polizia gli ha permesso di superare le barricate in macchina e fuggire verso Managua) e boicottando poi la manifestazione indetta a Managua.

Decine di autobus sono partiti dai Dipartimenti verso la capitale carichi di simpatizzanti sandinisti, molti di loro giovani e poco controllabili. Hanno preso possesso dei principali punti della capitale di fronte all’impotenza delle forze di Polizia.

Vari scontri sono avvenuti un po’ in tutta la città, ma per fortuna senza conseguenze per le persone

Una volta sospesa la marcia della destra, i militanti sandinisti hanno purtroppo inscenato anche atti vandalici contro automobili di alcuni mezzi d’informazione, cosa che negli ultimi giorni si è ripetuta più volte da parte delle due fazioni – liberali e sandinisti – con aggressioni anche fisiche a chi stava svolgendo il proprio lavoro di copertura dell’informazione.

Il FSLN ha fatto sapere che manterrà un presidio permanente in vari punti della capitale e di fronte al CSE fino a che quest’ultimo non dichiari i risultati finali e proclami i vincitori dei 146 comuni.

Riappare Alemán

Scomparso il presidente Ortega dal giorno delle elezioni ed il candidato del FSLN per Managua dal lunedì successivo al voto, è invece riapparso l’ex presidente Alemán. Negli ultimi giorni si è sempre di più diffusa la voce di una resa dei conti all’interno del PLC tra Eduardo Montealegre e lo stesso Alemán.

Sembra infatti che il candidato per Managua stia facendo di tutto per mettersi alla testa della protesta post elettorale per ritagliarsi una grossa fetta di potere all’interno del partito, relegando l’ex presidente ad un ruolo di secondo piano, ergendosi come nuovo simbolo della lotta antisandinista e soprattutto, garantendosi un sostegno sicuro contro il processo che gli verrà aperto per il caso dei CENI’s. Questo giustificherebbe in parte i continui proclami all’insurrezione contro il presidente Ortega, l’atteggiamento violento dimostrato lanciando la propria base allo scontro di piazza e le ombre sulle famose prove dei brogli elettorali.

Se così fosse si spiegherebbe anche l’improvvisa uscita di Alemán, il quale pur chiedendo a nome del PLC il riconteggio dei voti in tutto il paese – cosa ormai impossibile visto che non si è approfittato dei tempi previsti dalla legge –, ne ha anche approfittato per ricordare al FSLN che è ancora lui il leader del PLC.

“Non è possibile che pseudo dirigenti o dirigenti di partiti stiano lanciando la gente verso un bagno di sangue in questo paese. Abbiamo diritto a manifestarci, a fare proteste civiche per poter contare i voti, uno per uno”. Commentando poi le dichiarazioni del vicepresidente della Corte Suprema de Justicia, CSJ, Rafael Solís, secondo il quale per uscire da questa crisi sono necessarie profonde riforme costituzionali, Alemán ha detto che “non possiamo anticipare le nostre azioni, perché altrimenti succede come a León ed a Managua, ma nel 2005 quando è stata fatta la Legge Quadro per introdurre le riforme costituzionali, i liberali non si sono opposti perché era un elemento per cercare e costruire la pace.

I precedenti del 1995 e del 2005 – ha concluso – sono una realtà ed è più importante la pace della nazione che qualsiasi azione contro la democrazia nel paese”, ha concluso.

© (Testo e Foto Giorgio Trucchi - Lista Informativa "Nicaragua y más" di Associazione Italia-Nicaragua www.itanica.org )

19

Novembre

2008

CSV di Padova

Sito realizzato grazie al
finanziamento del CSV
di Padova

Credits

Sito creato con SPIP da Ipse Digit s.c.