In questo articolo si parla di:
Passati per il campo profughi Jibaliya, dove venti anni fa ebbe inizio la prima intifada, e dove i segni della guerra sono ancora evidenti, gli attivisti si sono diretti a Bayt Hanun. Questo è il polmone verde della striscia, un tempo ricco di piantagioni, ora distrutte dai bombardamenti degli israeliani.
Attualmente la coltivazione degli agrumi è resa impossibile dai raid dell’esercito che presidia la frontiera a meno di un chilometro dalla città.
Gli attivisti hanno messo in atto una piccola dimostrazione con agricoltori e contadini per denunciare la progressiva desertificazione della zona raggiungendo il muro che circonda la striscia. Anche in questi territori la situazione sanitaria è disastrosa, il perenne stato di guerra non permette lo sviluppo delle più normali attività sociali, di vita e lavorative.
A Jibalya lunghi incontri con la società civile e con le autorità palestinesi; importante l’incontro con le associazini giovanili che rappresentano lo spirito di resistenza e cambiamento. In serata ci sarà una riunione con tutte le rappresentanze politiche, mentre domani gli attivisti si sposteranno verso il confine con l’Egitto.
La cronaca della giornata in queste corrispondenze di Vilma, Ass.ne Ya Basta!
Logo di articolo Foto Brioga