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In seguito all’intervista con il consiglio del Municipio “Che Guevara”, incluso nel Caracol di Morelia, abbiamo potuto conoscere la situazione del sistema di salute autonomo della comunità zapatista di questo Municipio. Facciamo una distinzione tra la situazione esistente prima dell’insurrezione del 1994, e dopo di questa.
Prima del 1994, era palese una situazione di abbandono da parte del sistema ufficiale di salute, dovuta alla condizione di questo popolo indigeno e sommata alla povertà che l’accompagna. Come conseguenza di questo abbandono alla popolazione indigena non si garantiva la stessa situazione che al resto dei pazienti. Erano numerose le situazioni in cui veniva dato un trattamento differente e vessatorio, o addirittura si negava qualsiasi tipo di attenzione negli ospedali.
Quando era necessaria la presenza di un dottore in qualche comunità, nel migliore dei casi il governo inviava studenti di medicina, convertendo così l’indigeno ad una pratica universitaria invece di considerarlo un paziente reale.
Si conoscono casi in cui si comunicava che la sua infermità non aveva cura, quando in realtà esisteva un trattamento possibile.
Dovuta a tutta questa situazione, le autorità zapatiste affermavano che al governo non importava la loro morte. Dopo l’insurrezione armata dell’EZLN, nel 1994 inizia la costruzione del sistema autonomo di salute.
In questo nuovo sistema il paziente indigeno recupera il suo diritto ad un’attenzione sanitaria degna.
Con questo fine gli zapatisti formano la commissione di salute, la quale designa dei promotori di salute in ogni Municipio, senza dimenticare che in ogni comunità esiste una casa della salute.
Nel Municipio Che Guevara esistono dieci promotori di salute che si alternano uno ogni settimana, e considerando che questo incarico non è remunerato né economicamente nè materialmente ma, al contrario, come dicono loro “è un lavoro di coscienza”.
La formazione della conoscenza della medicina chimica (allopata) di questi promotori è stata realizzata con l’aiuto di medici ed infermieri della società civile nazionale ed internazionale. Questa conoscenza della medicina allopata, insieme a quella della medicina tradizionale, è trasmessa successivamente ai nuovi promotori.
In questo modo il paziente, sia zapatista che no, puó scegliere tra l’applicazione del trattamento allopata o tradizionale. Il paziente, nel caso scegliesse il trattamento allopata, paga una quota del prezzo della medicina. In ogni caso la visita è gratuita.
Nel caso in cui mancassero le medicine, la commissione di salute si incarica del rifornimento.
La clinica del Municipio “Che Guevara” del Caracol di Morelia, situata nella comunitá “Moises y Gandhi”, fu costruita nel 1996 grazie all’appoggio civile nazionale ed internazionale. Questa clinica chiamta “San Manuel”, è composta da una stanza per le visite, una clinica dentale ed un laboratorio nel quale si realizzano analisi di campioni fecali e di sangue. Inoltre, nel caso fosse necessario, i pazienti che necessitassero di una maggiore attenzione, possono essere ricoverati nella clinica stessa. In casi di maggiore gravità o di parto, i pazienti si trasportano all’ospedale “San Carlos” di Alatamirano od alla clinica guadalupana del Caracol di Oventic. Per il trasporto del paziente si utilizza un mezzo del Municipio ed il paziente paga solo il costo della benzina.
Nella clinica “San Manuel” si visitano la media di 50/60 persone settimali, principalmente zapatisti, anche se non esistono distinzioni.
Le principali malattie che si riscontrano sono le parassitosi, specialmente nei bambini, la bronchite e l’asma.
A distanza di 14 anni dall’insurrezione, questa è la situazione attuale del sistema autonomo di salute zapatista. Si osserva oggi che il paziente indigeno riceva un’attenzione sanitaria degna, tenendo conto le difficoltá di risorse in cui si trovano attualmente, e senza dimenticare che questo è un processo lungo ed è appena all’inizio.
Brigata presente nel municipio”Che Guevara”, Caracol 4 di Morelia, dal 2 al 7 agosto 2008.
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