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L’effetto stomaco del potere: o ti digerisce o ti trasforma in merda...
Subcomandante Insurgente Marcos
Terza giornata nel Caracol de La Garrucha, dove una fitta e continua pioggia ha accompagnato i carovanieri negli incontri con i promotori e con i diversi collettivi che compongono la carovana.
Nel pomeriggio la Commissione Sexta ha incontrato la carovana nazionale ed internazionale di osservazione e solidarietà con le comunità indigene in Chiapas.
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Com’è cominciata? 24 anni fa, quasi 25, arrivò un piccolo gruppo di urbani, o di cittadini come diciamo noi, non in questa parte della selva, ma molto più all’interno, nella zona che ora è nota come la Riserva dei Montes Azules. In quella zona non c’era niente, solo animali selvaggi a quattro zampe ed animali selvaggi a due zampe, che eravamo noi...
Che cosa fa scoppiare l’insurrezione del primo gennaio del ’94? Perché decidemmo di sollevarci in armi? La risposta è nei bambini e nelle bambine. Non fu l’analisi della congiuntura internazionale...
...In Messico continua questa aspettativa: che la sinista possa arrivare a governare senza smettere di essere di sinistra. Spagna, Italia, Francia, Grecia, praticamente tutti i paesi al mondo possono rendere conto del contrario: di gente di sinistra, coerente - non necessariamente radicale - che smette di esserlo nel momento in cui arriva al potere. Varia la velocità, varia la profondità, ma inevitabilmente si trasformano. Questo è quello che noi chiamiamo "l’effetto stomaco" del potere: o ti digerisce o ti trasforma in merda....
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Il testo del discorso del Subcomandante Insurgente Marcos
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A poco a poco capimmo che l’autonomia era proprio quello che stavamo facendo. Il domandarci quello che avremmo fatto. Discutere nelle riunioni e nelle assemblee e poi decidere tra noi. Fino ad ora possiamo spiegare cosa è l’autonomia che si pratica nei nostri Municipi Autonomi Ribelli Zapatisti...
Quello che pensavamo, che immaginavamo prima, ora è confermato. Noi indigeni siamo i più dimenticati. Ma sappiamo anche che di libertà, giustizia, e democrazia hanno bisogno anche quelli che non sono indigeni...
La costruzione dell’autonomia in tutte le zone zapatiste è varia. Si fa in diversi modi e così facendo, compagni e compagne, le nostre comunità pensano che forse questa pratica potrebbe essere utile ai nostri fratelli e sorelle di fuori, sia del Messico che di altri paesi...
Ma il giorno in cui il popolo del Messico deciderà, non troveremo più chi incolpare. Perchè se un giorno commetteremo un errore, così come siamo stati bravi a farlo, dovremo essere altrettanto bravi a pulire la merda che avremo fatto. E’ proprio così che veramente decide il popolo...
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Il testo del discorso del Tenente Coronel Moises
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Una breve cronaca della giornata
Ieri 1 di Agosto, tra un temporale e l’altro si attendeva un incontro che spiegasse la situazione generale e l’autonomia delle comunità e caracol zapatiste. Gridi di euforia e sguardi curiosi si alzavano all’avvicinarsi dei quattro comandanti Marcos, Ismael, Moises e Max.
Il Sub Marcois ha iniziato il suo discorso raccontando la nascita dell’EZLN nella sua organizzazione e nelle trasformazioni che ha avuto durante questi anni, durante la sua storia. Per esempio la trasformazione nel modo di comandare, considerato che e’ il popolo che comanda l’esercito. Ha parlato della problematica delle condizioni di vita, dell’abbandono da parte del governo delle comunita’ indigene, del grande problema della mortalità infantile e come conseguenza immediata il rischio della scomparsa della cultura dei popoli della Selva, inoltre ha ricordato la carica etica e morale che viene all’EZLN dai compagni morti, come il subcomandante Pedro e le comandante Susanna e Ramona e che impone di non arrendersi, di non vendersi, di non incespicare nel cammino.
Ha criticato quegli intellettuali che sono stati coyote della solidarietà, intermediari parassitari tra l’EZLN e la società civile, che oggi hanno voltato le spalle all’EZLN.
Ha concluso dicendo che gli zapatisti non pretendono un mondo indigeno, ma solo di essere lasciati in pace a costruire la propria autonomia, ma sanno bene che questo può accadere solo se altri si ribellano e fanno lo stesso.
E’ toccato poi al Tenente colonnello Moises, responsabile della Sesta Internazionale che ha preso parola per approfondire il discorso sull’autonomia. Ha detto che non esiste un solomodello diautonomia, ma che è una pratica in continuo cambiamento. Ha denunciato l’ostilità subita durante la Otra campagna, quando la comandancia fu fermata per strada, cosi’ come la dichiarazione strumentale da parte del governo della riserva ecologica a Huitepec, Oventic, nelle terre recuperate, la continua attivazione dei gruppi paramilitari con l’intenzione di indebolire la autonomia zapatista, sempre in relazione con il territorio.
Ha ricordato la vicenda dell’articolo 27 della costituzione di Zapata che impediva di vndere e affittare la terra e fu cambiato dal Presidente Salias de Gortari negando di fatto agli indigeni il diritto di lavorarla. Ha parlato poi della condizione delle donne a cui non era riconosciuto alcun ruolo pubblico nella società e che ora sono parte delle decisioni che vengono prese e delle assemblee.
Per terminare ha ripreso la parola il Subcomandante Marcos chiedendo ai carovanieri uno sguardo limpido e un ascoltoattento, e dicendo infine che gli zapatisti "tra vincere e perdere preferiscono lottare".