Land grabbing - fenomeno internazionale di compravendita e/o concessione dei diritti di sfruttamento di grandi porzioni di terra e delle risorse naturali a favore di entità private come: multinazionali alimentari, stati esteri, gruppi finanziari o società immobiliari. Si conta che ad oggi questo fenomeno coinvolga più di 41 milioni di ettari di terra sparpagliata in tutto il mondo.
Quello che caratterizza maggiormente questo fenomeno è la totale esclusione della popolazione locale, che vive da generazioni in questi territori. Infatti, le comunità non vengono coinvolte nell contrattazione, non hanno la possibilità di ricevere informazioni dettagliate, di esprimere il proprio consenso, di avere informazioni sul futuro piano economico che riguarda la propria terra. Spesso, scoprono della cosa a contratto conluso, quando arriva loro la notifica di lasciare la loro terra.
Questo è possibile perché nella maggior parte degli stati dove viene praticato il land grabbing, la proprietà privata non è legalmente riconosciuta, come le proprietà terriere collettive delle comunità indigene o locali. La terra è considerata bene demaniale, dunque le autorità statali sono gli amministratori effettivi della terra.
Per capire da dove viene questo fenomeno, dobbiamo fare un passo indietro, al 2008, anno cruciale nell’insorgere del land grabbing. Infatti in questo anno si sono intersecate 3 diverse crisi che hanno riportato ad un estrema rivalutazione della terra, le crisi: economica, alimentare ed energetica.
Crisi economica: collasso del mercato immobiliare americano, che ha influenzato negativamente l’economia mondiale. Tradizionali speculatori finanziari in cerca di nuovi orizzonti economici, la terra è sembrata una nuova fonte di profitto più stabile e sicura.
Crisi alimentare: nel 2008 c’è stata una grave crisi alimentare che ha interessato maggiormente il Sud del Mondo. A causa di cattivi raccolti, fenomeni atmosferici avversi, le quantità di cibo prodotte erano ridotte, facendo sì che i paesi tradizionalmente produttori di cibo alzassero delle barriere doganali facendo così innalzare i prezzi del cibo. I grossi paesi importatori, come India, Cina e Brasile, incapaci di rispondere alla domanda alimentare di una popolazione in costante crescita, hanno avviato una serie di politiche per assicurarsi la propria sicurezza alimentare, che prevedevano l’acquisizione di terre all’estero da porre a cultura in modo da bypassare le fluttuazioni del mercato internazionale.
Crisi energetica: le fonti energetiche tradizionali si stanno esaurendo, i maggiori paesi hanno emanato politiche energetiche volte a trovare altre fonti di energie rinnovabili e più sostenibili. La maggior parte di queste fonti derivano dalla terra come: l’acqua, l’aria e i biocarburanti; dunque anche queste politiche hanno innalzato l’interesse verso l’acquisizione di nuovi territori.
Inoltre le politiche e le direttive della Banca Mondiale, del Fondo Monetario Internazionale e delle Banche regionali di sviluppo, hanno stimolato i finanziamenti in ambito agricolo al fine di favorire lo sviluppo nei paesi target; incentivano anche questo caso una corsa all’acquisizione di terra.
Dunque la terra è diventata la risposta ultima alle crisi della società odierna diventando fonte di: cibo, energia, minerali, petrolio, legname ecc... tutti beni necessari al mantenimento dello stile di vita occidentale; favorendo così un movimento di privatizzazione e concentrazione delle risorse.
DOVE?
I paesi target del LG sono ricchi in risorse naturali, terre fertili, minerali, legname... ovviamente la maggior parte di questi paesi è collocata nel Sud del Mondo in particolare in Africa Sub-Sahariana, Sud-est Asiato, Centro e sud America e Est Europa.
Tuttavia la maggior parte di questi, sono paesi fragili - paesi freschi di indipendenza senza una consolidata struttura statuale, paesi appena usciti da crisi o guerre civili, paesi soggetti a regimi autoritari dove il bene e i diritti delle popolazioni locali non vengono tenuti in considerazione. Dunque questi stati solitamente si trova in estrema necessità di finanziamenti per riprendersi o favorire lo sviluppo nazionale, dunque si presentano al tavolo delle trattative con ben poco potere contrattuale, disposti anche a modificare il sistema legale al fine di favorire l’afflusso di finanziamenti esteri. Questo comporta una totale connivenza delle autorità nazionali a questo fenomeno, abbandonando la popolazione locale a se stessa nella difesa dei propri diritti e autodeterminazione.
E’ importante sottolineare che per questi paesi l’agricoltura è ancora il settore economico primario, la maggior parte della popolazione vive ancora di quello che produce tramite il lavoro agricolo, ne consegue che la privatizzazone della terra in questi contesti risulti deleteria per la popolazione locale portando a maggior povertà e insicurezza alimentare.
Inoltre, i progetti importati dai grandi gruppi esteri sono totalmente focalizzati sull’estrattivismo e l’esportazione. Infatti, non c’è l’obiettivo di creare un’economia locale o di condividere i benefici economici con il paese ospitante.
Esempi: Nigeria - uno dei paesi più ricchi di petrolio al mondo. Tutti più grosse compagnie petrolifere sono presenti lì, ma il petrolio non viene raffinato in loco, non esistono raffinerie, viene tutto importato all’estero. Non si crea un’economia locale, gli stessi nigeriani fanno code dal benzinaio perché non c’è abbastanza benzina nel paese.
Congo - definito la miniera del mondo, vengono estratti grandi quantità di oro, ma venduto solamente in polvere, non ci sono fonderia e una filiera per raffinare l’oro. Viene tutto esportato.
L’esportazione di questi economici estrattivisti fa si che non venga creata un’alternativa per le persone espropriate dalla terra, non gli vengono dati altri mezzi di sussistenza. Dunque il paese che ospita questi progetti economici risulta impoverito, deturpato con una popolazione maggiormente povera e priva di ogni mezzo economico.
CHI LO SUBISCE
La popolazione locale è la vera vittima del LG e ne subisce tutte le maggiori conseguenza: espropriazione delle terre, migrazione forzata, violenza, violazione dei diritti umani, aumento insicurezza alimentare, povertà, conflitto sociale e disuguaglianze.
Non avendo altri mezzi legali per proteggersi, le comunità locali hanno abbracciato il paradigma dei diritti umani per proteggersi contro questi effetti devastanti.
Secondo gli strumenti internazionali di difesa dei diritti umani, il diritto alla terra viene riconosciuto solamente alle comunità indigene, secondo la Dichiarazione ONU sui diritti de popoli indigeni, tuttavia essendo che la terra per queste popolazioni rappresenta la fonte primaria di vita e sostentamento, si può fare riferimento ad altre convenzioni internazionali che proteggono il diritto alla vita, all’acqua, al lavoro, ad un adeguato stile di vita ecc.. per sostenere le rivendicazioni di queste comunità.
Qui entra in gioco la cruciale importanza dei difensori dei diritti umani, che grazie al loro strenuo lavoro rendono vivi i diritti umani, fungendo da ponte tra le comunità locali e i sistemi di protezione internazionali.
Importante menzionare, che grazie all’attività di lobbying e networking dei movimenti contadini internazionali, delle organizzazioni dei contadini pescatori e artigiani, nel 2018 il Consiglio Onu dei Diritti Umani ha adottato la Dichiarazione dei diritti dei contadini e dei lavoratori rurali riconoscendo anche per queste comunità il diritto alla terra, alla biodiversità e alle semenze. Sicuramente questo strumento fornirà ulteriore supporto ai difensore dei diritti umani e a tutte le organizzazioni che stanno combattendo contro il Land Gabbing.