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A 25 anni dalla caduta del muro di Berlino i 41 muri del mondo

Scatta il 9 novembre il progetto Connected Walls

Associazione Ya Basta Padova

In questo articolo si parla di:

  • 178/654 Diritti umani
  • 2/654 Spagna
  • 14/654 Stati Uniti

In pompa magna nella comunicazione mainstream si celebra l’anniversario dei 25 anni della caduta del muro di Berlino, immagine di un pezzo di storia che cambiava gli scenari globali.
Vi proponiamo non a caso proprio oggi un lavoro Connected Walls dedicato a due dei 41 muri formali che oggi separano parti di mondi: quello di confine tra Stati Uniti e Messico e quello al confine europeo della Spagna.
Una metafora dei nuovi muri attraversati nella contemporaneità dai flussi economici legali ed illegali del capitalismo finanziario globale e ancora impenetrabili agli esseri umani ed ai diritti.

VAI AL SITO DEL PROGETTO CONNECTED WALLS

Il progetto di documentario Connected Walls, che vedrà la luce il 9 novembre, farà coincidere il suo lancio con la celebrazione del venticinquesimo anniversario della caduta del Muro di Berlino.
Questo film vuole attirare l’attenzione sui 41 muri che, al giorno d’oggi, continuano a separare diverse popolazioni nel mondo.
Per due mesi, questo progetto metterà a fuoco due muri: quello che separa Stati uniti e Messico e il muro della frontiera tra il Marocco e la sua parte spagnola, Ceuta.
Il documentario di sviluppa attorno a quattro personaggi/realizzatori separati fisicamente e culturalmente, che cercheranno, in tempo reale, di comunicare e costruire uno sgurado comune sul muro che li separa attraverso dei corti che realizzeranno insieme su tematiche comuni.
Tra racconti di vita e documentario d’autore, le storie che saranno raccontate in Connected Walls saranno testimonianze della vita quotidiana, influenzata dai rispettivi muri.
Connected Walls si baserà anche su vari strumenti di partecipazione interattiva che sono nel sito web del progetto. Così gli internauti potranno scegliere i temi sui quali dovranno lavorare i realizzatori. Potrano anche comunicare con i registi e mettersi in contatto con le persone che vivono dall’altro lato delle pareti, culturali e/o fisiche, trovando così altre strade di dialogo.
Questo progetto, ideato da Sébastien Wielemans, nasce da un documentario largometraggioprodotto dalla televisione nazionale belga (VRT), A cycle of fences, che gli ha permesso di andare alla frontiera Usa Messico. Lì Wielemans la scoperto gli effetti nefasti che il muro provoca nella popolazione locale, le stesse persone che vent’anni fa passavano da un lato all’altro senza problemi. L’autore afferma che "queste barriere non solo separano ed escludono, ma colpiscono letteralmente la gente che ci vive vicino. Queste barriere sono più una realtà materiale che una strategia geopolitica", Conclude: !queste separazioni servono per promuovere il razzismo, impedendo il contatto con l’altro".
Nonostante questo Wielemans lascia uno spazio per l’ottimismo: "Dopo la mia partecipazione a vari seminari sui nuovi media, sono convinto che oggi nel tempo online si possono aprire dei cammini di dialogo tra realtà anche separate materialmente".
Tratto da Diagonal

08

Novembre

2014

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