Gravissimo: membri dell’assemblea di Famatina denunciano la comparsa di liste nere che rivelerebbero un lavoro di intelligence realizzato dall’impresa mineraria Osisko Mining Corporation alla cui installazione resiste la maggioranza della popolazione.
"Testacalda, protagonista." "Contro, ma non è attivo." "Lider. 35 anni. Molto aggressiva." "Consigliere comunale eletta in base al programma’No Pasaran’." Così una relazione di intelligence descrive alcuni membri dell’assemblea cittadina di Famatina, in La Rioja. Una lista nera che rende conto di professioni, età, livelli di protagonismo nella lotta, aspirazioni politiche, attività o passività nella protesta, grado di "aggressività" nel momento di realizzare le proteste.
Le quattro facciate della relazione -scaritta a mano- furono incontrate casualmente nel posto dove si trovava Gustavo Sulinger, direttore locale dell’impresa canadese Osisko Mining Company, assieme ad altre persone. Le trovarono i membri dell’assemblea che venuti a sapere della presenza del direttore minerario nel posto si presentarono per chiedergli che abbandonasse il dipartimento di Famatina. Sulinger ubbidì, ma, come raccontano gli attivista ambientalisti, lasciò dimenticata una cartelletta dove appariva il fine lavoro delatore. Un lavoro di spionaggio che ricorda quello realizzato dai membri dei battaglioni di intelligence durante le epoche più oscure della storia argentina.
Famatina si trova ai piedi della cordigliera delle Ande. È un paese piccolo la cui popolazione è di circa settemila abitanti. Le quote della montagna -che trasformano il posto in una zona di paesaggi fantastici, orgoglio dei suoi cittadini ed attrazione turistica- implicano anche una sorta di maledizione per i suoi abitanti: nel Famatina c’è oro. L’oro attrae l’avidità capitalista, gli investimenti nel settore minerario a cielo aperto ed il cianuro. L’inquinamento. La fine dell’acqua. Gli abitanti sono abituati a combattere contro queste iniziative imprenditoriali e governative: in 2006 espulsero con una sommossa la Barrick Gold, la discussa impresa mineraria che opera nelle terre sanjuanine di José Luis Gioja. Tuttavia, il 31 agosto di quest’anno, il governatore kirchnerista Luis Beder Herrera firmò un accordo con l’Osisko Mining Company -canadese come la Barrik- per lo sfruttamento del monte Famatina. Alcuni anni fa, Beder Herrera aveva promesso proibire lo sfruttamento minerario a cielo aperto.
Ma tutto cambia. La firma dell’accordo riattivò la lotta ambientale cittadina ai piedi della cordigliera, riuscendo in mobilitazioni fino a tre mille persone. Una quantità di manifestanti che, proporzionalmente, potrebbero confrontarsi ad una marcia composta da un milionetrecentomila persone nella città di Buenos Aires. Cifre gigantesche per il posto che rendono conto che la maggior parte della popolazione si oppone al progetto minerario. Forse questo obbligò gli impresari a raffinare i loro metodi. A realizzare lavori di intelligence.
-Sapevamo che la gente della segreteria di impiego dava una discussione sul tema del settore minerario ai funzionari della municipalità -racconta Carina Diaz Moreno, indicata nella lista come “Testa calda. Insegnante Educazione Fisica in Scuola Agrotécnica. 35 anni. Si lanciò sopra al camioncino dell’impresa mineraria per simulare incidente. Molto aggressiva" - La riunione si realizzava nella Locanda municipale. Quando i funzionari arrivarono incominciarono a suonare le campane della chiesa per richiamare la popolazione e correre sul posto. Lì i funzionari di Impiego stavano dando una chiacchierata sui benefici economici che porterebbe l’attività alla regione. Noi arriviamo ed interrompiamo il loro discorso per discutere quei dati, poiché in posti dove c’è settore minerario a cielo aperto, come in Catamarca, la povertà non smette di crescere e non c’è aumento di occupazione. Quindi chiediamo loro che si ritirassero del nostro paese. In quello momento ci siamo resi conto che c’erano anche rappresentanti della mineraria Osisko nella Locanda. Erano riuniti in una pertinenza dietro, nella parte di parco. C’era Gustavo Sulinger, il direttore dell’impresa. Li affrontiamo e discutiamo la sua presenza nel nostro paese. Gli rimproveriamo le bugie e diciamo loro chiaramente che non avevano nessuna licenza sociale per sfruttare i nostri monti. Chiediamo loro pure di ritirarsi, di uscire dal nostro dipartimento. Ubbidirono e li accompagniamo in carovana fino alle frontiere del dipartimento. Abbiamo ottenuto una vittoria.
Ma la giornata non finì lì. Nel bancone del posto dove queste persone erano riunite troviamo una cartelletta che si erano dimenticati. Vedemmo il suo contenuto con terrore. Erano i nomi di vari dei partecipanti delle assemblee cittadine, una lista scritta a mano che ci descriveva con dati personali, professioni, il nostro ruolo nella lotta. Terrore fu la prima sensazione che avemmo, perché quelle liste nere ci fecero ricordare i racconti dei nostri genitori sulla dittatura.
Ha qualche sospetto sulle origine delle informazioni?
Può essere qualcuno del paese che sia stato contattato per collaborare con l’impresa. Adrián Carneiro che aveva lavorato in pèrecedenza per la Barrick, si trovava nella riunione col direttore dell’Osisko. Forse stava consegnandogli i risultati del suo lavoro. Oltre all’elenco di attivisti dell’assemblea, c’erano fogli con un rilevamento di tutti i pozzi di acqua del dipartimento. Specificavano se erano pubblici o privati e se i padroni erano oppositori all’impresa mineraria. Ci sentiamo intimoriti. Non sappiamo che cosa volessero fare con quelle liste. Facciamo responsabili il governo provinciale e nazionale per quello che potrà succederci.
Díaz Moreno denuncia un’attività di tentata corruzione da quando il governatore Beder Herrera, un kirchnerista acerrimo, firmò l’accordo con l’Osisko. "Consegnano ghiacciaie, mobili, argento. Alla radio le hanno dato fuoristrada 4×4. È un attività guidata dalla deputata Adriana Olivia ed il segretario di Minería Óscar Lehz." In questa nota del diario L’Indipendente si può valutare l’azionare governativa e la partecipazione di Carneiro che come segnala Díaz Moreno si trovava riunito col direttore della mineraria quando si trovò la relazione di intelligence: http://www.elindependiente.com.ar/digital/noticia.asp?id_noticia=22239
"I mezzi della stampa grafico riojana ed il canale provinciale non riflettono la massiccia lotta che stiamo dando", denuncia l’attivista ambientale. "Questo non è un tema politico, non si tratta di opporsi a questa impresa o a questo governo, ma vogliamo preservare la nostra fonte di acqua. La nostra fonte sono i disgeli dei ghiacciai del cordone cordiglierano. Essi vogliono violare le montagne, macinarle e lavarle con una soluzione con cianuro per estrarre l’oro. Non lo permetteremo. Il governatore disse che costi quello che costi la miniera a cielo aperto doveva installarsi in questo posto. Gli costerà allora il sangue del suo popolo, perché andiamo verso questo, con la mancanza di pace sociale, di democrazia e questi tentativi di dividere il paese che si mantiene fermo."
Beder Herrera si pronunciò alcuni giorni fa sul suo atteggiamento di fronte alle manifestazioni antiminiere: "Non vado a cazzeggiare con questo, prenderò le decisioni che ci permettano di sfruttare il settore minerario e sviluppare la provincia", disse durante l’atto di riassunzione come governatore, il 9 dicembre. Forse bisognerebbe domandare al governatore, di oliate relazioni col governo nazionale, se anche la sua decisione di "non cazzeggiare" include la realizzazione di lavori clandestini ed illegali di intelligence.
http://www.plazademayo.com/2011/12/la-inteligencia-de-la-osisko-mining-company/
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