Gli OGM rappresentano la frontiera estrema della mercificazione della vita all’interno della politica devastante dell’agrobusiness.
In tutto il pianeta le mobilitazioni per liberare la terra dalla moderna schiavitù delle multinazionali bio-tech si accompagnano alle lotte per la salute e per una relazione con la natura e l’ambiente libera e basata sulla sovranità alimentare e l’indipendenza.
Dai grandi movimenti contadini come Via campesina, alle iniziative contro le manipolazioni transgeniche degli alimenti nei nostri piatti, la mobilitazione NO-OGM rappresenta non solo la resistenza all’invasione delle mulitanzionali ma anche la difesa di un altro modello di sviluppo.
In Italia negli ultimi mesi il tentativo arrogante di imporre gli Ogm in Friuli ha visto una mobilitazione molto ampia.
Cronaca di una vittoria.
Mercoledì 29 settembre 2010
Alla mattina gli attivisti dell’Associazione Ya Basta effettuano una conferenza stampa davanti al Tribunale di Pordenone per sottolineare che la pazienza ha un limite, per chiedere che dopo i pronunciamenti della magistratura si vada fino in fondo eliminando il mais trasgenico nel campo di Fanna a Pordenone. Il campo era stato seminato con mais Mon 810, non autorizzato in Italia, nell’aprile scorso da Giogio Fidenato, insieme al un altro campo a Vivaro, che proprio gli attivisti di Ya Basta avevano provveduto a sradicare ai primi di agosto.
Nel pomeriggio giunge la notizia dell’intervento della Magistratura che ha inviato a Fanno i mezzi necessari per provvedere allo sradicamento del mais trangenico.
Gli ultimi mesi: da aprile a settembre
Ad aprile Giorgio Fidenato, appartenente al gruppo Agricoltori Federati ed appoggiato da Futuragra, decide di seminare in due appezzamenti nel pordenonese che poi si scopriranno essere a Fanna e Vivaro, sementi di mais MON 810, mais OGM.
Un’azione che viola il Decreto Legislativo 24 aprile 2001, n. 212, che prevede il rilascio di una specifica autorizzazione per questo tipo di semina. Inoltre, il Decreto firmato lo scorso aprile dai Ministri di agricoltura, salute e ambiente, vieta espressamente di coltivare mais OGM MON810 in Friuli. Fidenato gioca con la questione aperta dei regolamenti regionali in materia di Ogm, ma in realtà cerca di forzare la situazione italiana come vorrebbero le aziende biotech.
Immediatamente parte la mobilitazione e il 30 aprile c’è una prima azione contro la semina illegale, con la contestazione di Fidenato negli uffici di Agricoltori Federati.
Nelle settimane successive cresce la protesta contro la semina illegale di Ogm. La conferma dell’esistenza dei due campi e la conferma della presenza di mais transgenico non bastano a far sì che i campi vengano eliminati, aggravando così la contaminazione del territorio circostante.
Il 9 agosto sono gli attivisti dell’Associazione Ya Basta ha concretizzare quello che viene chiesto da più parti: il campo di Vivaro viene sradicato.
L’azione di disobbedienza civile riapre il dibattito a tutto campo. Il consenso intorno all’azione dimostra la grande opposizione che esiste agli Ogm e dimostra anche che si tratta di passare dalle parole ai fatti. Che non si può essere titubanti di fronte ad una violenza come quella dell’imposizione degli OGM.
Alla fine di agosto, con notevole ritardo, visto che nel contempo le analisi effettuate confermano la contaminazione di campi limitrofi, il Procuratore Delpino e il sostituto Piera de Stefani del Tribunale di Pordenone chiudono l’indagine sui campi di Vivaro e Fanna, seminati da Fidenato, confermando che era stata utilizzata per la semina il MON810, una varietà transgenica, la cui semina non è autorizzata. Di conseguenza, richiedono al Gip Piera Binotto di Pordenone di esprimersi in merito alla richiesta di multare Giorgio Fidenato e di procedere alla distruzione del campo rimasto, ovviamente quello di Fanna, visto che, grazie all’azione del 9 agosto, il pericolo del campo di Vivaro è stato eliminato.
Visto che il pronunciamento del Gip tarda, l’Associazione Ya Basta lancia di nuovo la mobilitazione dicendo che il tempo della pazienza sta per finire.
Il 28 settembre il PM Piera Binotto emana un decreto penale che prevede la condanna di Fidenato e la distruzione del campo.
Il 29 settembre si tiene a Pordenone davanti al Tribunale la conferenza stampa dell’Associazione Ya Basta per far pressione affinché il campo venga sradicato.
In serata il mais OGM viene sradicato su ordine della magistratura …
Fine del primo atto....
Secondo atto .. la mobilitazione continua ...
I report e le corrispondenze di questi mesi
COMUNICATO DELL’ASSOCIAZIONE YA BASTA
VITTORIA I CAMPI OGM SONO SRADICATI
Nel pomeriggio di oggi la Magistratura ha provveduto a far sradicare il mais OGM del campo di Fanna a Pordenone. Il secondo campo che restava dopo che il campo OGM di Vivaro era stato sradicato in maniera indipendente con l’azione del 9 agosto.
La battaglia che abbiamo aperto già in aprile segna una tappa importante con la conclusione di questo pomeriggio: in Friuli non ci sono campi OGM.
Il 9 agosto quando abbiamo sradicato le piante Ogm, abbiamo voluto affermare che non ci può essere spazio per gli “apprendisti stregoni”, per chi, da Fidenato alla Monsanto, vuole pervicacemente trasformare la natura in merce, rinchiudendo ciò che è il comune fondamentale e costituente della vita dentro il recinto dei brevetti e della proprietà, distruggendo l’equilibrio degli ecosistemi per piegarli al profitto del mercato, piegando il cibo – diritto fondamentale e inalienabile – a mero fattore produttivo, comandando la catena alimentare e l’intera biosfera.
Gli interessi che stanno dietro agli Ogm non solo portano con sé un futuro incontrollato e costruito intorno all’imposizione di un azzardo tecnologico inaccettabile, ma con violenza mettono intrinsecamente “a disposizione” ciò che è vivente entro i meccanismi di accumulazione, privando ogni donna e ogni uomo del diritto di scegliere e del potere di decidere.
Fidenato e company hanno già fatto troppo danno, come dimostra la contaminazione verificata nei dintorni delle coltivazioni Ogm, e hanno già creato troppo pericolo per un territorio in cui invece andrebbero valorizzate le colture locali.
Del resto, la storia delle multinazionali come la BASF, la BAYER, la Monsanto, affonda le radici nella lunga ombra buia della guerra chimica. Dalle radici, il frutto: una vera e propria guerra al vivente, con il tentativo di separare la produzione dalla riproduzione, con la cancellazione della biodiversità in favore di cloni controllati di semi sterili.
Uno sfregio alla terra e alla vita che non è sopportabile.
In tutto il pianeta ci si mobilita per la sovranità alimentare contro le monocolture, contro la brevettabilità del vivente, contro l’agrobusiness e le aziende biotech, per la difesa delle risorse ed è per questo che anche noi tutti oggi, ancor di più, ci sentiamo parte di questo grande vento collettivo che urla “la terra non è in vendita”.
Un vento che ci porterà a Cancun ai primi di dicembre, durante le giornate del vertice Cop 16 sui cambiamenti climatici, insieme ai movimenti ambientali e sociali di tutto il mondo per dire che non ci possono essere ambiguità: la crisi ambientale e climatica nasce da un modello di sviluppo che va completamente cambiato senza lasciar spazio né agli OGM né alla distruzione del pianeta.
Sradichiamo gli Ogm dalla terra, dal ciclo alimentare, come succede con la vendita priva di etichettatura chiara di animali alimentati da mangini al cui interno ci sono prodotti OGM, dalla ricerca che troppe volte è asservita solo agli interessi delle corporation .. da tutta la nostra vita.
La mobilitazione in Friuli ha vinto!
Si tratta di continuare e non abbassare l’attenzione né a livello locale né a livello nazionale.
Proprio in questi giorni il Ministro Galan cerca di far rientrare dalla finestra gli OGM, delegando al piano europeo il controllo sulla materia, mentre invece non solo l’Italia deve continuare a fermare l’introduzione degli OGM ma le regioni, le province, i comuni devono dichiararsi esplicitamente indisponibili alle modificazioni genetiche.
Va ampliata la battaglia per la certificazione trasparente degli alimenti visto che in Italia carne, uova, latte e prodotti derivati provengono da animali di allevamenti intensivi, nutriti prevalentemente con mangimi OGM (come soia che proviene da Brasile, USA e Argentina), il tutto ben nascosto ai consumatori finali. Abbiamo il diritto a non volere gli Ogm nel piatto.
La ricerca, in particolare universitaria, va liberata dal controllo dalle multinazionali bio-tech che vogliono asservire i saperi ai propri interessi.
Quando andammo a Vivaro annunciammo che:
“Ci saremo tutti perché la terra è dove le radici delle comunità affondano e traggono nutrimento, vigore. È dove nasce il cibo nostro e per i nostri figli, dove dovrebbero fiorire i prati e crescere i boschi delle favole che ancora raccontiamo ai bambini, che ancora vorremo raccontare.
Ci saremo per costruire e difendere la comunità a partire da ciò senza cui non c’è vita: il cibo.
Ci saremo, duri e determinati come il legno degli alberi, per fare tana libera tutti, per affermare il diritto e il desiderio delle comunità di riappropiarsi del territorio e restituirlo alla vita anziché al mercato."
Questo è ancora l’appello che lanciamo a tutte e tutti coloro che sentono ciò che noi sentiamo: la disobbedienza civile che resiste e difende la terra è non solo giusta ma semplicemente inevitabile e necessaria .. Ci saremo ancora per continuare a sradicare gli Ogm dalla nostra vita!
Associazione Ya Basta Italia