In questo articolo si parla di:
URGENTE-ROMA-MERCOLEDI 29 SETTEMBRE
Manifestazioni di Solidarietà con i Prigionieri Politici Mapuche (Cile) in Sciopero della Fame
Vi invitiamo a participare nelle prossime attività di solidarietà con i 34 PRIGIONIERI POLITICI MAPUCHE che il 12 luglio 2010 hanno iniziato uno sciopero della fame in Cile:
1.- Raccolta di adesioni ad un APPELLO PER I PRIGIONIERI POLITICI MAPUCHE (in allegato).
2.- Rispondendo all’appello dell’Organizzazione dei Parenti dei Prigionieri Politici Mapuche in Sciopero della Fame in Cile (in basso), vi invitiamo a:
a.- Una MANIFESTAZIONE di fronte all’Ambasciata del Cile, Via Po 23, ROMA, il prossimo mercoledì 29 di settembre alle 9:30.
b.- Una FIACCOLATA IN SOLIDARIETÀ CON I PRIGIONIERI POLITICI MAPUCHE IN SCIOPERO DELLA FAME il prossimo mercoledì 29 di settembre alle 20:00 in Piazza San Pietro, ROMA. Il punto d’incontro sarà all’ingresso della fermata Metro Ottaviano alle 19:45.
Vi preghiamo di leggere gli allegati, se siete d’accordo di firmare l’appello, inviando la vostra adesione a: solidarietamapucheitalia@gmail.com
e di accompagnarci mercoledì prossimo. Siete anche invitati a partecipare attivamente a questo comitato con le vostre idee!
Convoca:
COMITATO DI SOLIDARIETÀ CON I PRIGIONIERI POLITICI MAPUCHE-ITALIA.
Chiamata alla mobilitazione internazionale per i prigionieri politici mapuche in sciopero della fame e sostegno alle loro richieste!
Convocano: Coordinamento dei Parenti dei Prigionieri Politici Mapuche in Sciopero della Fame
TUTTI I MERCOLEDÌ
MOBILITAZIONE NEL WALLMAPU (territorio di mare a mare) E A LIVELLO INTERNAZIONALE PER I PRIGIONIERI POLITICI MAPUCHE IN SCIOPERO DELLA FAME.
NO AI 200 ANNI DI OPRESSIONE PER IL POPOLO NAZIONE MAPUCHE
PER LA LIBERTÀ DEI PRIGIONIERI POLITICI MAPUCHE, ADESSO!
Abbiamo invitato il Wallmapu e la comunità internazionale alla mobilitazione TUTTI I MERCOLEDÌ, perchè le richieste dei nostri fratelli non sono ancora state ascoltate.
“Questa misura proseguirà fino a che le nostre richieste saranno accolte e concretizzate.
Amici e fratelli, la nostra lotta per la giustizia continua. Non decadremo, è soltanto il corpo che si sta indebolendo”
Le domande dei 34 prigionieri politici mapuche in sciopero della fame:
1.- Fine alla “Legge Antiterrorista” di Pinochet e la sua applicazione nelle cause mapuche.
2.- Fine al doppio procedimento giudiziario (Giustizia Civile e Militare) nelle cause Mapuche
3.- Libertà a tutti i prigionieri politici mapuche.
4.- Demilitarizzazione delle comunità e del territorio Mapuche.
Coordinamento dei Parenti dei Prigionieri Politici Mapuche in Sciopero della Fame
L’attuale movimento politico e sociale mapuche prosegue la lotta per il recupero del proprio territorio ancestrale ed il riconoscimento dei propri diritti, lotta che ha le sue radici nel conflitto storico con i colonizzatori spagnoli.
Oggi, le comunità rifiutano la politica indigena dello Stato cileno e l’apertura al libero mercato che comporta una continua invasione del loro territorio originario. La risposta dello Stato è stata e continua ad essere l’applicazione della Legge Antiterrorista n° 18.314, del 16 maggio 1984, promulgata dalla dittatura militare di Augusto Pinochet che permette di giudicare le loro legittime azioni di protesta sociale come “terrorismo”, di condannare numerosi esponenti del movimento e di sottoporre a stretta sorveglianza le comunità mapuche in conflitto, in una vera e propria “militarizzazione del territorio”. I detenuti indigeni hanno risposto dichiarandosi “prigionieri politici mapuche.
È evidente il rifiuto del dialogo da parte del governo cileno che utilizza ancora oggi diversi strumenti repressivi creati durante la dittatura militare. Oltre alla Legge Antiterrorista n° 18.314, sono tuttora vigenti anche la Legge di Sicurezza Interna dello Stato (Decreto del 3 marzo 1975) e il ricorso ai tribunali militari in cause civili.
Oggi sono circa 50 i prigionieri politici mapuche detenuti nelle diverse carceri del sud del Cile, a 36 di essi è stata applicata la legge Anti Terrorismo 18.314 e per le stesse accuse hanno luogo doppi processi, da parte della giustizia civile e di quella militare. Dal 12 luglio 2010, 22 prigionieri politici mapuche incarcerati nelle prigioni di Temuco, Concepción, Valdivia, provenienti da diverse comunità in zone di conflitto hanno iniziato uno sciopero della fame, a questi se ne sono successivamente aggiunti altri dalle carceri di Angol, Lebu, per un totale di 34 mapuche attualmente in sciopero della fame.
Importanti organismi internazionali come Human Rights Watch, la Commissione Interamericana dei Diritti Umani e il Relatore Speciale delle Nazioni Unite sui Diritti Indigeni hanno segnalato che l’applicazione della “legge antiterrorista” viola i diritti umani dei mapuche reclusi, ostacola il giusto processo e permette l’uso di testimoni ignoti (testigos sin rostro), testimoni sconosciuti agli imputati e perfino agli avvocati degli imputati che, secondo la dichiarazione del senatore cileno Alejandro Navarro, sono pagati dallo stato cileno per formulare accuse contro i mapuche.
Chiediamo che il Cile rispetti tutti gli accordi internazionali relativi ai Diritti Umani che ha già ratificato e che realmente applichi la Convenzione ILO 169 sui diritti dei popoli indigeni e tribali in paesi indipendenti.
Esprimiamo la nostra preoccupazione per il fatto che nessun governo cileno, dalla fine della dittatura, abbia voluto instaurare un dialogo vero con i rappresentanti delle diverse comunità indigene che rivendicano il proprio territorio ancestrale nel sud del Cile, in particolare nelle regioni VIII del Bio Bio e IX de La Araucanía, dove la popolazione mapuche raggiunge un’alta percentuale.
Esprimiamo con forza la nostra preoccupazione per lo stato di salute dei prigionieri, per il gravissimo deterioramento fisico conseguente a questo tipo di protesta pacifica.
Esprimiamo preoccupazione anche per le famiglie di tutti i prigionieri politici mapuche, con particolare attenzione ai bambini, che da molto tempo subiscono abusi e violenza da parte della polizia, oltre alle condizioni di povertà e marginalità in cui sono costretti.
Chiediamo alle Istituzioni Internazionali e alle Organizzazioni non Governative per i Diritti Umani, di esercitare un attento controllo ed avere una speciale attenzione a ciò che accade in Cile; un interessamento attivo ed immediato alla situazione di grave violazione dei diritti umani; un monitoraggio dei luoghi di detenzione con particolare attenzione al tentativo del governo cileno di mascherare i fatti.
Chiediamo si ascoltino le vittime, le associazioni umanitarie nazionali ed internazionali e i difensori dei diritti umani che spesso sono stati ostacolati e, in alcuni casi, perfino perseguitati.
In virtù delle relazioni fra Cile e Italia nel quadro dell’Accordo d’ Associazione con l’Unione Europea, chiediamo di appoggiare le azioni civili in sostegno delle vittime di questo lungo conflitto e di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla problematica dei Popoli indigeni e dei Diritti Umani.
Facciamo nostre le richieste fondamentali dei Prigionieri Politici Mapuche:
Fine dell’applicazione della legge anti-terrorista 18.314
Fine al doppio procedimento giudiziario
No ai testimoni ignoti
COMITATO DI SOLIDARIETÀ
CON I PRIGIONIERI POLITICI MAPUCHE-ITALIA
Per aderire a questo appello inviare all’email: solidarietamapucheitalia@gmail.com