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Per rompere l’assedio della Striscia
Una carovana di centinaia di furgoni carichi di medicine e materiale scolastico partirà il 18 settembre da Londra per raggiungere Gaza seguendo un percorso attraverso la Francia, l’Italia e la Grecia, lungo il quale raccoglierà via via gli aiuti di associazioni e comunità filo-palestinesi. L’iniziativa è stata presentata a Torino dall’International Solidarity Movement (Ism).
L’organizzazione, impegnata spesso in iniziative a favore dei palestinesi, è divenuta celebre nel 2003, quando una sua attivista statunitense, Rachel Corrie, fu ferita a morte mentre tentava di impedire a un bulldozer dell’esercito israeliano di demolire alcuni edifici palestinesi.
All’organizzazione dell’evento, intitolato "Global lifeline to Gaza", partecipa anche l’associazione Viva Palestina Italia. Al convoglio l’Italia parteciperà con una decina di furgoni, che si uniranno alla carovana nelle tappe di Genova e Milano. La spedizione poi raggiungerà Ancona, da dove gli attivisti si imbarcheranno per Patrasso, prima di muoversi verso la Turchia e la Siria.
La carovana europea sarà solo una delle tre che si sono date appuntamento al valico di Rafah per la fine di settembre. Delle altre due, una partirà da Casablanca, in Marocco, e l’altra partirà da Doha, in Qatar. La prima attraverserà i Paesi del Maghreb, mentre l’altra raggiungerà l’Egitto attraverso l’Arabia Saudita.
Gli organizzatori contano di far arrivare nella Striscia di Gaza circa 500 veicoli carichi di aiuti. Allo stesso tempo una flotta di una decina di imbarcazioni avvicinerà Gaza dal mare, replicando l’esperienza della Freedom Flotilla.
Per raccogliere fondi e aiuti un coordinamento di associazioni hanno lanciato una campagna per accogliere la carovana dei 200 mezzi che attraverserà l’Europa e farà tappa ad Ancona.
Inoltre è possibile fare delle donazioni facendo dei versamenti sul C/C Banca Etica intestato a:
Associazione Ya Basta! Marche IBAN IT41 R 05018028 0000 0000 112064 Causale: Per Gaza.
E’ stato anche lanciato un appello rivolto agli enti locali a sostenere politicamente ed economicamente queste iniziative affichè venga posta fine a una delle situazioni più barbare e disumane dei nostri tempi, la costrizione di un milione e mezzo di palestinesi nel campo di concentramento a cielo aperto di Gaza.