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Il 19 aprile rappresentanti di Amig@s MST- Italia, il gruppo italiano ufficiale di appoggio al Movimento Sem Terra, di cui fa parte anche l’Ass. Ya Basta, sono stati ricevuti dal
segretario dell’Ambasciatore del Brasile, dottor Paolo Carneiro, al quale
hanno consegnato 19 fiori rossi in memoria dei 19 morti di Eldorado, un
pacchetto di zucchero della cooperativa Copavi del Movimento Sem Terra e una lettera per il presidente Lula, firmata anche da AIAB, in occasione della Giornata internazionale delle lotte contadine.
LETTERA A LULA
17 aprile 2010 Giornata Internazionale delle Lotte Contadine:
"No al controllo delle transnazionali sull’agricoltura e l’alimentazione"
Caro Presidente,
il 17 aprile, giornata internazionale delle lotte contadine ed anniversario
della strage di Eldorado dos Carajas del 1996 - strage per la quale, fino ad
oggi, nessuno dei poliziotti e politici responsabili è stato punito - è per
noi l’occasione di riflettere, sotto l’impulso del Movimento Sem Terra e di
Via
Campesina, su che cosa sta succedendo in Brasile in relazione alla Riforma
agraria e su quali sono gli elementi che più preoccupano i movimenti sociali
che operano nelle campagne.
Quest’anno, alla fine dei due mandati del suo governo, vogliamo
sottolineare, in particolare:
L’assenza di una strategia di riforma agraria. Il suo governo che pure è
frutto anche delle lotte dei movimenti popolari - ha dato pochissimo spazio
alla creazione di insediamenti, lasciando decine di migliaia di famiglie
accampate in tutto il Paese. Non c’è stata alcuna volontà di affrontare il
latifondo, né è stato messo a punto un programma ampio e massiccio di
riforma agraria, tante volte promesso (si attende ancora il provvedimento di
revisione degli indici di produttività della terra). Il latifondo legato
all’agrobusiness avanza nel sud e nel sudest, accrescendo la concentrazione
della proprietà della terra, a cui non viene posto alcun limite.
La scelta in favore dell’agrobusiness. È in corso un conflitto tra due
modelli di produzione agricola nel Paese, quello dell¹agrobusiness e quello
della piccola agricoltura. Il governo federale ha dato priorità al modello
di produzione dell¹agrobusiness, che avanza con l¹espansione del latifondo e
delle imprese trasnazionali sul territorio del Brasile. Le transnazionali,
come la Monsanto, la Syngenta, l’Aracruz, la Stora Enso ecc, tra i
principali responsabili del degrado dell’ambiente e del cambiamento
climatico, vogliono controllare i semi, la produzione e il commercio
agricolo brasiliano, sfruttando la natura e la forza lavoro del Brasile.
Tutto questo rappresenta un ostacolo insormontabile alla realizzazione della
riforma agraria, perché nel modello dell’agrobusiness e delle transnazionali
non c’è posto per i contadini e per il popolo brasiliano. E ciò porta anche
ad una accentuazione della conflittualità e della violenza contro i
lavoratori rurali, come denuncia la Commissione Pastorale della Terra. Anche
14 vescovi della CNBB della regione centro ovest si dichiarano "preoccupati
per la crescita dell’agrobusiness" in questa regione, denunciando come le
monoculture di canna da zucchero per la produzione di etanolo, di soja e di
eucalipto stiano invadendo le terre degli agricoltori già destinate alla
produzione di alimenti per la tavola dei brasiliani, accrescendo la
concentrazione della terra e lasciando spazio al lavoro schiavo.
L’aggressione all’ambiente, attraverso il Programma di Accelerazione della
Crescita e la scelta di un modello di sfruttamento a oltranza delle risorse
naturali, senza alcun rispetto per gli ecosistemi e per le popolazioni, in
larga parte indigene, che li abitano. Denunciamo i devastanti effetti
sull’ambiente di progetti come quello della centrale idroelettrica di Belo
Monte, sul fiume Xingu, e quello della trasposizione del fiume São
Francisco, come pure i danni irreparabili provocati dalla transnazionale
Vale, operante nella costruzione di dighe e nell¹estrazione di minerali,
nelle aree di Carajàs e in Minas.
La crescente criminalizzazione, da parte dei mass media, dei movimenti
sociali brasiliani. Ne è un esempio la campagna contro il MST messa in atto
dai principali network del Paese, basata sulla riproposizione, quasi
ossessiva, delle immagini di un trattore che distrugge degli alberi di
agrumi nello Stato di São Paulo, trascurando il fatto che la titolarità
delle terre dell’azienda in questione, la Cutrale, è messa in discussione
dall’INCRA (dei 30.000 ettari dell’azienda, 10.000 sono terre pubbliche e
15.000 terre incolte) e attribuendo alle vittime della violenza del
latifondo la responsabilità della violenza nelle campagne: sintomo evidente
di una campagna orchestrata dai grandi proprietari terrieri e da parte del
potere giudiziario per porre un freno alla riforma agraria e alla revisione
degli indici di produttività.
Rinnovando il nostro appoggio al MST, a Via Campesina, ai movimenti popolari - che riconosciamo come reali detentori di risposte concrete contro la
povertà, l’emarginazione e la violenza, nel rispetto dell’ambiente e della
sovranità dello Stato federale brasiliano - chiediamo che la terza CPMI,
istituita per verificare il corretto utilizzo dei fondi pubblici da parte
dei movimenti sociali rurali, sia un’occasione per indagare sulla
destinazione di tutte le risorse erogate, anche ai latifondisti,
sull¹indebita appropriazione di terre da parte dei grandi latifondi,
sull¹acquisto di terre da parte di imprese straniere nella fascia di
frontiera e sulla svendita delle risorse naturali brasiliane, sempre più
nelle mani delle transnazionali.
Ringraziandola della sua attenzione, le porgiamo i nostri più distinti
saluti.
AMIG@S MST-ITALIA E AIAB