In questo articolo si parla di:
I nuovi colloqui di pace tra israeliani e palestinesi sono falliti prima ancora di cominciare. Abu Mazen ha infatti annunciato il suo ritiro in protesta per la decisione di Israele di costruire nuovi insediamenti a Gerusalemme est.
Il ritiro del presidente palestinese è stato annunciato dal leader della Lega araba, Amr Moussa, e rappresenta un grave danno a mesi di diplomazia statunitense, tanto più perché avvenuto durante la visita nella regione del vicepresidente degli Stati Uniti, Joe Biden, che ha rilasciato un inusuale rimprovero a Israele. Israeliani e palestinesi non hanno negoziati diretti dalla guerra a Gaza l’anno scorso. E ora sembrano ancora più lontani. E tutto grazie a un uomo: Eli Yishai.
Oltre a essere ministro dell’interno, è il responsabile dei progetti edilizi israeliani in Cisgiordania, ed è stato lui a dare l’annuncio della costruzione di 1.600 nuove abitazioni in un quartiere di Gerusalemme, suscitando le proteste internazionali e l’imbarazzo di Washington.
Il País si chiede se la scelta del momento sia stata voluta: “Yishai ha forse fatto da portavoce del governo, guidato dal Likud, per far capire a Washington che non cederà un centimetro quadrato della Gerusalemme annessa?”.
Il commento di Gideon Levy su Ha’aretz (che intanto annuncia la costruzione di 50mila unità abitative nella Gerusalemme ebraica), è impietoso: “Una mossa perfetta. La tempistica, di cui tutti ora si lamentano, è stata eccezionale. Era il momento di dire pane al pane. Come sempre c’è bisogno di Yishai per far vedere la vera faccia di Israele, senza né maschere né bugie, e fare come quel bambino che grida che il re è nudo. È questa la vera faccia del governo”.