Associazione YaBasta
CHI SIAMO
NEWS
APPROFONDIMENTI
AGENDA
PROGETTI
CAMPAGNE
CAROVANE
CAMINANTES

Home / Sudamerica

Argentina - Sulla criminalizzazione e gestione giudiziaria della protesta sociale

UAC - Unione delle Assemblee Cittadine

Associazione Ya Basta Caminantes

In questo articolo si parla di:

  • 144/679 Argentina

Contro il saccheggio, la contaminazione e la militarizzazione dei nostri territori


Come collettivo assembleare crediamo senza ombra di dubbio, che il fatto di chiamare a giudizio e criminalizzare assemblee, comunità e movimenti sociali che difendono i propri territori, sia una delle strategie impiegate dai settori del potere per zittire le voci della resistenza contro il progetto produttivo, estrattivo, esportatore ed oppressore che ci impongono, prodotto delle politiche di recolonizzazione che devastano in generale il nostro continente e il nostro paese in particolare. Nei nostri paesi si stanno imponendo metodi che agiscono con la scusa della sicurezza preventiva, considerando che è necessario "prevenire" ogni manifestazione di opposizione alla forma di vita che pretendono sia il nostro "evidente destino". Tuttavia, una volta "messe in evidenza" queste ostilità, non basta più la prevenzione e si rende necessario dispiegare meccanismi che frenino le ribellioni in difesa dei territori, intesi dai loro difensori non solo come spazi geografici che abitano, bensì come ambiti nei quali si costruisce il senso della vita.

La repressione e criminalizzazione
Sono molte le modalità di repressione che le imprese capitaliste, transnazionali e nazionali, insieme ai poteri politici locali lanciano sulle voci di protesta. Alcune delle più concrete implicano l’uso degli apparati dello stato per esercitare repressione diretta, lo spiegamento di strategie di giudizio e criminalizzazione dei movimenti popolari e la militarizzazione dei territori in conflitto. Tuttavia, non sono solo le forze pubbliche di sicurezza quelle che operano in questi casi, ma anche forze private contattate dalle imprese il cui esistenza favorisce un processo di privatizzazione degli apparati di repressione.

La violenza repressiva
Questa violenza repressiva diretta esercitata sulle assemblee, comunità ed organizzazioni sociali è accompagnata a sua volta da meccanismi di controllo sociale che permettono l’esercizio della repressione simbolica, annullando così ogni possibilità di sviluppo di altre visioni del mondo e di differenti forme di vita.

Le vittime
Le principali vittime della criminalizzazione e della violenza esercitata dal potere sono i movimenti di giovani, donne, comunità indigene e rurali, lavoratotori/trici disoccupati/te e precari/e e popolazioni aggredite dai nuovi disagi del modello di "sviluppo" di questa fase del capitalismo neoliberale, molte delle quali si costituiscono in assemblee e integrano l’UAC.

I mezzi di informazione e la “invisibilizzazione”
Tuttavia, la nostra condizione di vittime della repressione è completamente distorta dai mezzi di comunicazione di massa che si fanno carico di presentare le battaglie per i diritti sociali, culturali ed ambientali, come delitti e, di conseguenza, i soggetti sociali che le promuovono come delinquenti, stravolgendo la legittimità delle lotte sociali e generando, nella società nel suo insieme, soggettività fondate nella paura del diverso, che sbocca nella frammentazione della società in gruppi incompatibili fra loro.
Questa funzione dei mezzi di (in) comunicazione massiccia diventa possibile dato che SONO parte del potere, stanno costituendo l’apparato ideologico della globalizzazione, svolgendo un ruolo per deformare la realtà a favore dei loro interessi e generare un’opinione pubblica favorevole al sistema.

Oggi questo potere mediatico precede il potere economico e finanziario. Il suo ruolo ideologico implica la negazione di uno dei diritti fondamentali dell’essere umano, come il diritto cittadino all’informazione e alla conoscenza, tergiversando la stessa attraverso sottili forme di propaganda del prodotto o la moda che si vuole imporre.

Il "pensiero unico" e la "demonizzazione" delle lotte sociali
In questo modo, vengono demonizzate le lotte di chi si oppone al saccheggio e all’inquinamento. In questo caso si aggiunge anche l’invisibilizzazione dei dissensi, cioè si screditano e nascondono le indagini scientifiche che dimostrano gli impatti negativi, dando visibilità a tutti quegli accademici funzionali al sistema del saccheggio ed inquinamento. Allo stesso modo si scredita tutto quello che provenga dall’accumulazione di saperi ancestrali, attraverso una serie di falsità come che chi si oppone a questo modello, si oppone al "progresso" e allo sviluppo. Sono nuovamente questi stessi mezzi massivi di in-comunicazione quelli che NON dicono che questo modello è solo di crescita economica, NON dicono che così lo sviluppo ed il progresso NON sono possibili.
L’approvazione della legge antiterrorismo a livello nazionale e le riforme dei codici sanzionatori che si vengono implementare in varie città del paese, sono conseguenza di questo contesto repressivo e criminalizzante delle lotte sociali, prodotto della crescita delle resistenze contro le politiche di saccheggio e distruzione che acuiscono l’esclusione e la precarizzazione della vita, e favoriscono l’impunità per il comportamento delle forze di sicurezza, della giustizia e dei poteri politici in generale.

Questi meccanismi legali giustificano la vigilanza, la persecuzione ed il controllo sulle popolazioni e comunità, specialmente quelle che si oppongono alla devastazione dei territori da parte dei grandi capitali, quelle che sviluppano strategie di sopravvivenza contro un modello che le proietta verso l’esclusione e la povertà e quelle che lottano, da più di 500 anni, per essere riconosciute e rispettate nella loro diversità etnica, culturale e spirituale.

Chi sono i terroristi?
Considerando il contorno legale della criminalizzazione della protesta e la povertà, è importante far emergere che l’articolo 213 ter della legge antiterrorismo approvata in Argentina nel 2007 considera che un’associazione illecita terrorista è quella che raccoglie le seguenti caratteristiche: avere un piano di azione destinato alla propagazione dell’odio etnico, religioso o politico; essere organizzata in reti operative internazionali; disporre di armi da guerra, esplosivi, agenti chimici o batteriologici o qualsiasi altro mezzo per mettere in pericolo la vita e la salvaguardia di un numero indeterminato di persone.

Visto il contenuto di questo decreto possiamo scorgere chi siano i veri terroristi. Tanto la propagazione di diversi odi, come l’esistenza di reti operative internazionali, come la messa in pericolo di vita ed integrità di un numero indeterminato di persone, sono caratteristiche completamente applicabili ai modi di agire delle imprese transnazionali e dei loro alleati politici locali, nell’attuazione del modello estrattivo e produttivo di questa fase del capitalismo globale, che rispondono con criminalizzazione, repressione, militarizzazione e morte a chi si oppone a consegnare i territori e le forme tradizionali di abitarli, alla mercificazione della natura e di ogni espressione di vita.

Per tutto questo la UAC si dichiara assolutamente contraria a:

- La persecuzione, criminalizzazione e giudizio che stanno subendo le compagne delle Assemblee Riojanas di Chilecito, Famatina e Sanagasta di La Rioja per difendere il loro territorio di fronte all’imminente sfruttamento minerario. Così come, le distinte aggressioni ed oltraggi che le stesse stanno sopportando da parte dell’Impresa mineraria Yamana Gold e le forze repressive dello stato. Questa impresa è la responsabile dell’aggressione a due compagne che militano in queste assemblee, con la complicità e il consenso del governo locale, oltre ad avviare cause penali contro di loro e diversi abitanti, anch’essi membri dell’assemblea, per non permettere che l’impresa entri al settore dove pretende di sfruttare e portare avanti il progetto mega minerario a cielo aperto.

- I diversi attentati che sta subendo la popolazione di Loncopué e di Campana Mahuida nel Neuquén da parte dell’impresa mineraria Emprendimientos Mineros S.A., di origine cinese, che pretende stabilirsi nella località. Crediamo che gli incendi intenzionali delle case degli abitanti che compongono le assemblee, la distruzione di Radio FM Arco Iris che diffonde la lotta, i blackout successi nel paese e la persecuzione ai compagni e compagne che stanno resistendo, facciano parte della criminalizzazione di chi sta difendendo il territorio del quale siamo o ci sentiamo parte. In questo senso respingiamo in maniera decisa l’atteggiamento dell’impresa per le sue azioni e del governo di turno per permetterle ed essere complice dei fatti successi.

- I fatti gravi che stanno vivendo i compagni e compagne del Collettivo Semilla del Sur che, in difesa del territorio, resistono alle fumigazioni di agrotossici assieme agli abitanti del Dipartimento di Santa Rosa di Calamuchita a Cordoba. Questa difesa territoriale riceve come risposta del potere la persecuzione e repressione diretta da parte delle forze repressive dello stato che agiscono senza misurare le conseguenze mettendo a rischio la vita dei compagni e compagne che stanno resistendo al tipo di coltivazione di soia imposto nella provincia.
Questi atti da parte del potere locale ed i loro alleati hanno il nostro secco rifiuto, così come pure le rappresaglie che hanno condotto, con il tentativo di sgombro del centro culturale "El Semillero” (il Semenzaio), appartenente al Collettivo Semilla del Sur, e la distruzione di due case di compagni dello stesso collettivo con la scusa di "non rispettare il regolamento edilizio". Questo dimostra che non solo ci impongono il modello di saccheggio e contaminazione, ma anche il modo in cui vogliono farci vivere.

- Lo sgombero violento della comunità Paisil Antreao di Villa La Angostura, Neuquén, e la militarizzazione del territorio ancestrale alla quale appartiene. La comunità continua ad essere minaccia con tentativi di sgombero da vari anni e nello stesso tempo le recinzioni dei privati le stanno riducendo il territorio, come sta succedendo a molte comunità, prodotto della concentrazione di terre e l’avanzamento dei privati, come conseguenza della speculazione e mercato immobiliare. Così, crediamo che sia importante sottolineare il non riconoscimento della preesistenza dei popoli originari da parte dello stato e le sue istituzioni che agiscono come complici e garanti di questi fatti senza rispettare l’articolo 75 della Costituzione Nazionale, l’Accordo 169 di Popoli Indigeni e Tribali dell’OIL (Organizzazione Internazionale del Lavoro), la Dichiarazione dei Diritti dei Popoli Indigeni dell’ONU e la legge di emergenza 26.160 in materia di possesso e proprietà delle terre delle comunità indigene.

Per questo, crediamo che i fatti successi alla comunità Paisil Antreao siano un modo di criminalizzare la cultura, la spiritualità e i modi diversi di concepire la vita ed il suo sviluppo, così come lo dimostra la distruzione del rewe che è lo spazio territoriale e sacro storicamente ereditato dai loro antenati e nel quale si mettono in comunicazione con loro in armonia con la natura. La distruzione del rewe è la distruzione stessa della comunità e per quel motivo condanniamo, senza nessuna esitazione, queste forme di agire delle forze di sicurezza che comportano la riproduzione della negazione storica dei diritti ancestrali dei popoli originari.

- Le intimidazioni e minacce di cui sono stati oggetto i compagni e compagne Raúl Martínez, Diola di Martínez, Ruth Vega, Carmen Chaile e Teresita Nieto, componenti dell’Assemblea El Algarrobo di Andalgalá, Catamarca, i quali, al momento di essere citati/e a comparire al commissariato di Andalgalá, sono stati "avvertiti/e" dal nuovo capo della polizia ed altri funzionari con queste parole: "in realtà noi non vogliamo picchiarvi, ma se non la smettete con il vostro atteggiamento rispetto al picchetto, la settimana prossima arriverà la Guardia di Fanteria e vi sgombereremo con la forza e vi massacreremo ...”. A queste minacce poliziesche si aggiungono quelle dell’intendente di Andalgalá, José Perea, il quale a radio FM "Z" - favorevole alle imprese minerarie – ha detto che se è necessario ammazzerà le persone che stanno mantenendo il picchetto contro Acqua Rica.

- L’avanzamento dei disboscamenti e del limite del territorio coltivato a soia in zone storicamente occupate da contadini che si dedicano all’allevamento, agli ortaggi e agli agrumi nella località di Palma Sola, Dipartimento Santa Barbara, all’est della Provincia di Jujuy.
Questo avanzamento è avallato da un irregolare Ordinamento Territoriale approvato per decreto. Aumenta la situazione di sopruso, lo sgombero coattivo e la criminalizzazione dell’azione di difesa del possesso che stanno subendo gli storici abitanti con l’appoggio esplicito della polizia locale. Accusiamo CRAM S.A., il cui presidente è René Macedo ed i cui procuratori sono Horacio Macedo padre, Ambasciatore argentino in Bolivia e Horacio Macedo figlio, Segretario di Governo della Provincia. Nei campi dove questi impresari sono avanzati con la soia, i vicini del "Quartiere Nuova Speranza" stanno subendo da 2 anni la fumigazione delle loro abitazioni. La situazione di conflitto mantiene in allerta gli abitanti e le organizzazioni in aiuto che sono presenti nel territorio.

I casi di Criminalizzazione e Giudizio che subiscono i compagni/e di Autoconvocados della Valle Calchaquí in Cafayate, così come pure gli abitanti della stessa Località, Pcia. di Salta, per Difendere il Territorio, la vigenza di Ordinanze Municipali ed il Diritto a Vivere in un Ambiente Sano.
Questi fatti si traducono nell’ingiunzione di Giudizio Orale e Pubblico da parte della giustizia salteña, per 11 Compagni/e a giudizio ai sensi dell’Art. 194 del Codice Penale, in base ad una denuncia falsa presentata dal rappresentante di una delle imprese di trasporto contrattata da Minera Alumbrera Ltda., per un’azione collettiva iniziata in Cafayate in agosto del 2008 e continuata per 60 giorni in Territorio della Comunidad India Quilmes, Tucumán, durante la quale si è bloccato il transito di camion che trasportavano esplosivi, sostanze tossiche e macchinari per Minera La Alumbrera Ltda. Sono anche ripetuti e sono diventati abitudine i tentativi di usurpazione di Territori, sgomberi, persecuzioni, assassini, ordini di cattura, intimidazioni, privazioni della libertà, da parte di privati e forze di sicurezza, a Comunità Originarie che Difendono i loro Territori Ancestrali contro l’avanzamento della Monocoltura, la Deforestazione, i Commerci Immobiliari, il Settore minerario, etc., violentando e negando così, ancora una volta, la Preesistenza dei Popoli, le loro Terre, Culture ed Identità.

Questi sono solo alcuni dei casi di criminalizzazione, persecuzione e repressione di cui sono oggetto, in maniera sistematica e continua, i protagonisti/e delle lotte contro le politiche di recolonizzazione.
Contro questo contesto repressivo e criminalizzante, diamo la nostra solidarietà ai compagni e compagne di Uspallata, Mendoza, che si trovano in piena mobilitazione davanti all’imminenza dell’avviamento del megaprogetto minerario San Jorge e ci solidarizziamo con ognuno dei compagni e compagne che stanno dando battaglia in difesa del territorio al quale appartengono, territorio del quale ci sentiamo parte tutti e tutte.

UAC/ Unión de Asambleas Ciudadanas
Febrero de 2010
Comisión Prensa y Comunicación

20

Febbraio

2010

CSV di Padova

Sito realizzato grazie al
finanziamento del CSV
di Padova

Credits

Sito creato con SPIP da Ipse Digit s.c.