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MST: le sfide del 2010

Ya Basta Reggio Emilia

In questo articolo si parla di:

  • 202/677 Brasile

Nella consueta lettera di fine anno, il Movimento Sem Terra traccia un bilancio dell’anno appena trascorso e delinea le prospettive di lotta del nuovo anno.

BILANCIO DEL 2009 E SFIDE DEL 2010

La fine dell’anno è il momento di fare il bilancio delle attività del
periodo passato, valutare i passi avanti e le difficoltà incontrate e
cominciare a progettare l’anno che sta arrivando.

Il 2009 resterà segnato come l’anno della grande crisi capitalista che ha
rovinato i mercati finanziari di tutto il mondo. Crisi cominciata negli USA
ma che ha colpito vari paesi, ricchi e poveri, rovinando le borse, le
banche, le imprese e soprattutto abbattendo l’egemonia ideologica delle
certezze dei grandi capitalisti nel loro dio Mercato, il cosiddetto
neoliberismo.

Abbiamo avuto la triste notizia che, secondo l’ONU, il numero degli affamati
ha superato il miliardo di persone, ossia, ogni sei persone una soffre la
fame in qualche parte del mondo. C’è stato anche un aumento di
concentrazione della ricchezza e del reddito in tutto il pianeta,
globalizzato dal modo capitalista di funzionare.

La distruzione delle foreste a causa dell’agrobusiness e la grande quantità
di automobili prodotte negli ultimi tempi per far fronte alla crisi hanno
aggravato ancora di più i problemi ambientali, obbligando il mondo a
discutere del riscaldamento globale e delle sue conseguenze per l’umanità.
Oltre a questo l’allevamento intensivo di bestiame e il modello produttivo
dell’agrobusiness ­ che si basa sull¹uso abusivo di macchine e veleni
agricoli ­ hanno aumentato lo squilibrio ambientale in ambiente rurale.

Tutti ci aspettavamo che i capi di Stato comprendessero la gravità della
situazione e che a Copenhagen firmassero un impegno per il recupero della
Terra. Triste inganno. I governi dei paesi responsabili dei maggiori
squilibri continuano a comportarsi nello stesso modo, sempre più folli e
irresponsabili. In fin dei conti, non vogliono cambiare il loro livello di
consumo né i loro privilegi pagati da tutta l’umanità. Come hanno detto
giustamente Via Campesina e i movimenti ambientalisti: solo la mobilitazione
popolare può ormai salvare la vita nel pianeta.

IN BRASILE

In Brasile, l’anno è stato segnato da importanti discussioni, come quella
sulle riserve del petrolio nel pré-sal, che può cambiare il volto
dell¹economia e dei problemi sociali; l’attualizzazione degli indici di
produttività, promessa del governo Lula dal maggio 2005, che potrebbe
accelerare la Riforma Agraria e la discussione sulla riduzione della
settimana di lavoro a 40 ore, antica rivendicazione dei lavoratori, assunta ora da tutte le centrali sindacali.

L’anno è stato segnato anche dalla criminalizzazione della povertà e dei
movimenti sociali. Abbiamo visto, esaminando i comportamenti di diversi
governi statali, che lo Stato continua a sostenere posizioni reazionarie,
trasformado i problemi sociali in problemi giudiziari e criminalizzando i
movimenti che organizzano le lotte e le battaglie di resistenza nelle
comunità povere delle grandi città e delle campagne. Il MST ha pagato un
alto prezzo. Abbiamo perso il compagno Elton Brum, assassinato dalla
Brigata Militare del Rio Grande do Sul. E abbiamo avuto vari mandati di
cattura contro nostri dirigenti.

Nella lotta politica, la destra brasiliana ha ampliato la sua presenza negli
spazi che detengono l’egemonia, come il Potere Giudiziario, trasformando il
presidente del STF in un mero portavoce dei suoi interessi. Nel Congresso
Nazionale, oltre agli innumerevoli casi di corruzione, la destra ha
accresciuto l’offensiva con progetti di legge che vanno in direzione
contraria rispetto al processo storico, come i tentativi di appropriazione
dell’Amazzonia, i cambiamenti del Codice Forestale e l¹intenzione di
liberalizzare completamente l’uso e la commercializzazione di veleni
agricoli e semi transgenici.

RISPETTO ALLA RIFORMA AGRARIA

Abbiamo realizzato grandi giornate di lotta chiedendo la realizzazione
della Riforma Agraria, in aprile e in agosto, ma ancora una volta chiudiamo
l’anno con pochi passi avanti per la Riforma Agraria. Si calcola che siano
state insediate meno di 20.000 famiglie, ossia, solo il 20% dell¹obiettivo
proposto dallo stesso Incra, di 100.000 famiglie all’anno. Più di 96.000
famiglie sono accampate, per la maggior parte da più di tre anni sotto
baracche di plastica.

Ci sono state alcune migliorie negli insediamenti, come l’espansione
dell’energia elettrica, degli impianti idraulici, nuove abitazioni e
infrastrutture. Tuttavia non ci sono stati passi avanti rispetto a questioni
centrali per lo sviluppo degli insediamenti: la realizzazione di
agroindustrie cooperative, l’universalizzazione dell’assistenza tecnica
pubblica e una politica del credito rurale adeguata agli insediati. Il
PRONAF si è mostrato insufficiente a risolvere i problemi degli insediati,
nonostante l’aumento del credito. Questa situazione rende difficile la
crescita del reddito delle famiglie.

Di fronte a questo bilancio il nostro compito prioritario è continuare a
organizzare i lavoratori per garantire l’insediamento delle famiglie
accampate e migliorare le condizione di vita delle famiglie già insediate,
proseguendo nella discussione e nella realizzazione di una Riforma Agraria
popolare.

SFIDE PER IL 2010

Il 2010 richiede che siano affrontate molte sfide, dalla lotta generale per
cambiamenti politici fino alla lotta per la Riforma Agraria.

Dobbiamo consolidare le alleanze con settori del movimento sociale e
sindacale dell¹ambiente urbano, visto che le sfide sono grandi e esigono la
mobilitazione di tutta la classe. Anche i temi agrari possono essere
affontati e risolti solo con la mobilitazione dell’intera classe per
cambiare l’attuale correlazione di forze politiche. Dobbiamo contribuire,
insieme alle pastorali sociali, all’Assemblea Popolare e al Coordinamento
dei Movimenti Sociali, all’organizzazione di un plebiscito sul limite
massimo della proprietà della terra in Brasile. Cercheremo anche di
sostenere la lotta per la riduzione della giornata di lavoro e continueremo
a denunciare e contrastare la criminalizzazione dei movimenti sociali, oltre
a lottare per garantire che il petrolio del pré-sal appartenga realmente
al popolo e i suoi proventi siano destinati a combattere la povertà e siano
investiti nell¹educazione e nella salute della popolazione brasiliana.

Nel prossimo anno ci sarà anche la sfida delle elezioni e, pur essendo
consapevoli dei limiti della democrazia rappresentativa borghese, sappiamo
che è importante approfittare di questo momento nel quale la popolazione
viene coinvolta nello scontro, per fare un grande dibattito. E¹ il momento
opportuno per discutere i problemi sociali e strutturali del paese e mettere
all’ordine del giorno la necessità della costruzione di un progetto popolare
per il Brasile. Dobbiamo votare i candidati socialisti e progressisti,
impegnati a favore della Riforma Agraria e non lasciare che i candidati
della destra siano eletti con i voti dei lavoratori.

Il Brasile deve mostrare al mondo che più che essere il paese delle
Olimpiadi o della Coppa, deve essere un paese di giustizia sociale, per
tutti i propri cittadini. Un paese senza analfabeti e simbolo della
produzione agroecologica. Un paese dove non ci sia più concentrazione di
terra e di reddito. E¹ questo il paese che auguriamo a tutte e tutti nel
2010.

Movimento dos Trabalhadores Rurais Sem Terra

Traduzione di Serena Romagnoli, Comitato MST/Italia

10

Gennaio

2010

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