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E’ stata un disastro la 15ª Conferenza dell’ONU sui Cambiamenti Climatici,
la COP -15, realizzata dal 7 al 18 dicembre, a Copenaghen, in Danimarca.
Perché sorprendersi di questo risultato, se le decisioni per salvare il
pianeta dovevano essere prese proprio da coloro che sono i responsabili
principali degli attuali disastri ecologici, che tendono ad aggravarsi, con
conseguenze irreversibili, nel breve periodo?
Lo ha riassunto bene Naiodoo, direttore internazionale di Greenpeace, quando
ha detto che la città di Copenaghen è stata teatro di un crimine climatico,
con uomini e donne colpevoli, che fuggivano con vergogna verso l’aeroporto.
Le discussioni hanno riguardato le misure necessarie per impedire un aumento
della Temperatura mondiale sopra i 2 gradi Celsius - oggi è salita di 0,7º
Celsius.
Come misura urgente è necessario che i governi assumano l’impegno - e lo
realizzino- di ridurre l’emissione di CO2 del 40% entro il 2020. Sono stati
incapaci di fare questo accordo.
La prima constatazione è l’incapacità e la mancanza di credibilità dell’ONU
nel condurre le trattative per arrivare a decisioni congiunte, superando gli
interessi nazionali o privati.
Medesimo insuccesso ha avuto il tentativo dell’ONU per la riduzione delle
armi nel pianeta.
I maggiori promotori e finanziatori delle guerre sono proprio i paesi più
industrializzati, guidati dagli Stati Uniti d’America.
L’ONU si dimostra incapace di combattere i loro interessi e di stoppare i
genocidi che aumentano la ricchezza di una minoranza e nutrono un consumismo
irrazionale nei paesi ricchi.
Il Consiglio di Sicurezza, istanza massima dell’ONU, composto da cinque
paesi con potere di veto - USA, Russia, Cina, Francia e Gran Bretagna - è un
altro prodotto di questo sistema multilaterale originato dalla Seconda
Guerra.
Non basta ampliare questo Consiglio con rappresentanti di altre 3 o 4
paesi-candidati - tra cui il Brasile - che desiderano fortemente un seggio
in questo gruppo ristretto, pertanto antidemocratico. Si deve democratizzare
la struttura di questo sistema, assicurando a tutti i paesi diritto di voce
e di voto.
Il Sistema è fallito e, fino a quando non lo si cambia, continueremo a
vedere rappresentazioni di teatro, come questa di Copenaghen, dove i leader
dei paesi ricchi, contando sulla sottomissione di innumerevoli altri paesi,
si sono detti preoccupati per i problemi che minacciano i popoli e il
pianeta. E alla fine della rappresentazione teatrale, se ne sono scappati,
svergognati, all’aeroporto.
La seconda constatazione del COP-15, è che non è sufficiente la diminuzione
di emissioni dei gas che stanno provocando il riscaldamento del pianeta.
Si deve fermare la guerra dei paesi ricchi contro i paesi poveri per
impadronirsi delle risorse naturali, della biodiversità e per imporre un
controllo alimentare, che colpisce i processi di sviluppo di queste
popolazioni.
La voracità dei governi e delle imprese transnazionali, per ottenere
guadagni facili e rapidi, implicano politiche di ampliamento delle estese
aree di monocultura, di deforestazione, imporre un modello di agricoltura
industriale, l’uso intensivo di agro-tossici e di sementi transgeniche,
l’utilizzazione di apparati repressivi, privati e governativi, ed un
super-sfruttamento della mano d’opera, che in molti casi assomiglia a quello
del periodo della schiavitù.
La continuità di questo modello economico significherà l’aumento della
povertà, della fame, della scarsità di acqua, della perdita di biodiversità
e dell’avvelenamento dei suoli, dell’aria, delle acque e degli alimenti.
É necessario combinare lo sviluppo di pratiche e modelli di vita che siano
ambientalmente sostenibili con politiche che promuovano giustizia sociale,
democrazia e distribuzione della ricchezza prodotta nel nostro pianeta.
E’ impossibile che tali politiche siano dirette da quei capi di governo,
svergognati, che sono fuggiti verso gli aeroporti.
Viene così confermato l’allarme lanciato dal teologo Leonardo Boff, parlando
del COP-15: "fino a quando si manterrà il sistema capitalistico mondialmente
articolato, sarà impossibile un consenso che metta al centro la vita,
l’umanità e la terra e si prendano le misure necessarie per preservarla."
Allarme rilanciato dal Presidente della Bolivia: "O superiamo il capitalismo
o esso distruggerà la Madre Terra"
Le soluzioni dei problemi, il COP-15 lo ha dimostrato ancora una volta, non
verranno da coloro che lucrano, con l’irrazionalità del sistema capitalista
e la sua cultura consumista.
I contadini, tramite Via Campesina, esigono un radicale cambiamento del
modello di produzione e consumo. E’ necessario riorientare l’economia
agro-esportatrice, promuovere la riforma agraria, rafforzare l’agricoltura
famigliare e trattare il cibo come un diritto degli essere umani e non come
una merce.
Già l’argentino Adolfo Pérez Esquivel, Premio Nobel per la Pace, insieme con
l’Accademia delle Scienze dell’Ambiente di Venezia - Italia, sta promuovendo
una campagna per la costituzione del Tribunale Penale Internazionale per
l’Ambiente.
La proposta mira a portare in tribunale e condannare le imprese e i governi
che distruggono l’ambiente e colpiscono pregiudizialmente la vita dei
popoli, riconoscendo che i danni ambientali sono crimini di lesa umanità.
La prossima riunione ministeriale sul Clima, organizzata dall’ONU, sarà a
Città del Messico, dal 8 al 19 novembre 2010.
Speriamo che fino allora i movimenti sociali, più forti e organizzati, si
facciano sentire.
O almeno non si chiudano le vie di accesso agli aeroporti, dove sono soliti
fuggire questi leader svergognati.