Prima tappa: Chilecito - Famatina
La carovana Ya Basta di presenza attiva in Argentina parte dal Nord e ha come prima tappa Chilecito, nella provincia de La Rioja.
Qui abbiamo incontrato un’assemblea cittadina si batte dal 2001 contro la realizzazione di una miniera d’oro sul monte Famatina, un’esperienza che Ya Basta Marche in una precedente carovana aveva già conosciuto e sostenuto e che e’ stata divulgata in diversi film documentari.
L’assemblea “El famatina no se toca” ha coinvolto la popolazione in una battaglia che ha permesso di bloccare i lavori della miniera d’oro in questa zona, con un picchetto permanente, presidi e azioni di disobbedienza al passaggio dei camion della azienda minararia, esperienza a cui hanno partecipato molte donne, come Gabriela, Marcela, Perla, che ieri ci hanno accolti e ospitati (foto).
La delegazione di Ya Basta e’ stata intervistata in diretta su Radio Comarca, un’emittente locale solidale con la lotta dell’assemblea, che ha voluto conoscere le attività dell’associazione e le problematiche che a livello ambientale e sociale stiamo attraversando in Italia.
La sera, nella piazza centrale del paese e davanti al presidio (foto) e’ stato proiettato il film documentario “Las fuentes del jardin de tus arterias” di German Ciari, che ripercorre con interviste e immagini delle manifestazioni la lotta contro la miniera.
Se sul monte Famatina i lavori che avrebbero deturpato e inquinato il paesaggio sono per il momento bloccati grazie alla determinazione degli attivisti, a 180 km da qui, a Guandacol, la carovana vedrà invece il risultato della devastazione ambientale provocata dalla miniera che qui e’ purtroppo funzionante.
Gli effetti dell’estrazione dell’oro (ma anche di uranio e cianuro) saranno visibili sull’ambiente circostante e sugli animali, che spesso nascono deformati. Qui l’attività dell’assemblea si concentra soprattutto sul diritto alla salute e sulla lotta della popolazione per preservare il proprio territorio dalle devastazioni ambientali.
Seconda tappa: Guandacol
Dal paese di Chilechito, una delegazione dell’assemblea cittadina El Famatina no se toca ha accompagnato la carovana fino al paese di Guandacol, sempre nella provincia nord occidentale di La Rioja, a 180 km e 4 ore di colectivo da Chilechito.
Qui un gruppo di attivisti locali cerca di promuovere l’assemblea per lottare contro la presenza di una miniera d’oro e uranio che e’ stata aperta in un’altra regione ma a soli 15 km da Guandacol, su cui ricadono le polveri delle esplosioni attuate per i sondaggi e le estrazioni.
A Guandacol ci accoglie Ricardo, un compagno ex-professore molto attento alla sostenibilita’ della sua terra, che insieme a Ivana, un’insegnante di storia, e ad alcuni giovani ha organizzato un incontro per sensibilizzare i suoi concittadini (Guandacol e’ un piccolo centro rurale di 4mila abitanti) rispetto ai danni della minería.
La sera del nostro arrivo nella piazza del paese ci si e’ riuniti proprio per avviare le attivita’ della nascente assemblea locale autoconvocata. Oltre alla carovana di Ya Basta e alle delegazioni di Chilecito e Famatina, erano presenti tre esponenti delle Asembleas Riojanas, di cui Cecilia e’ l’energica portavoce: si tratta del coordinamento delle assemblee cittadine in lotta contro le diverse miniere della regione, che deturpano il territorio e distruggono il tessuto culturale, di tradizione rurale.
In piazza, prima della proiezione di un intertessante documentario didattico sulle conseguenze delle attivita’ estrattive nel territorio argentino, ci sono stati numerosi interventi, sia degli ospiti che dei cittadini di Guandacol, molto partecipi. Il risultato di tale discussione ha portato alla formazione di un presidio permanente nella piazza e all’avvio di una serie di azioni dimostrative che l’assemblea potra’ autónomamente sviluppare: volantinaggi, sensibilizzazione porta a porta sugli effetti delle estrazioni, possibili azioni di disobbedienza civile come il blocco del passaggio dei camion che vanno alla miniera: queste azioni hanno permesso ad esempio alla popolazione di Famatina di bloccarne i lavori per la realizzazione.
Da segnalare la partecipazione attiva e importante delle mujeres: sia a Guandacol che a Chilecito ci ha molto colpito come le portavoce siano delle determinate ragazze e signore, che non esitano a esporsi in prima persona e con i propri corpi per lottare per i diritti della loro gente.
Monica di Ya Basta ha raccontato all’assemblea l’esperienza del Presidio permanente No dal Molin di Vicenza, proponendo di partire proprio dalla presenza continua in piazza a scopo informativo per poi giungere a coinvolgere la popolazione in prospettiva di eventuali azioni .
Cosi la mattina ci siamo ritrovati nella piazza di Guandacol per iniziare assieme il presidio, la raccolta firme contro la miniera, il dialogo con le persone che si fermavano a discutere e abbiamo partecipato alle trasmissioni delle due radio locali, principale mezzo di comunicazione per gli abitanti del territorio.
L’incontro con gli attivisti di La Rioja e di Chilecito, oltre all’accoglienza di Ricardo e degli altri guandacolini, ci ha arricchito e colpito positivamente per l’entusiasmo, la forza e la vicinanza con le nostre pratiche e obiettivi comuni nella lotta per autodeterminare il proprio mondo, il proprio futuro.
Terza tappa: El Maiten
Dopo 45 ore di viaggio dalla cordigliera andina nord occidentale la carovana raggiunge finalmente la terra mapuche, e in particolare la radio comunitaria Radio Petü Mogeleiñ, radio che era sata inaugurata dalla scorsa carovana Ya Basta nel marzo 2008.
In questi due anni la radio e’ diventata un punto di riferimento importante per le comunita’ della regione del Chubut.
Qui incontriamo Mauro Millan, portavoce dell’Organizzazione 11 de octubre e voce mattutina della radio. Nella mattinata i carovanieri partecipano alla trasmissione radiofonica delle 10.00 raccontando ai microfoni di RadioPetü Mogeleiñ l’esperienza di Copenhagen e le ultime vicende italiane.
In ogni luogo attraversato, la carovana ha potuto rendersi conto di quanto importante sia avere un mezzo di comunicazione e informazione per e delle comunita’ che spesso sono isolate e lontane fra loro. La radio e’ uno strumento di resistenza attivo, che permette di organizzare in tempi rapidi forme di azione politica laddove ci fosse la necessita di mobilitarsi per difendere le comunita’ da eventuali sgomberi.
Gli strumenti necessari sono basilari: una stanza, il tavolo con il pc, microfono, cuffie, trasmettitore e antenna: e’ possibile che alcune piccole realta’ necessitino solo di un’antenna da radioamatori per poi fare ponte con emittenti piu strutturate, come Radio Alas di El Bolson, che da 22 anni e’ attiva in questa regione.
L’associazione Ya Basta sostiene Petü Mogeleiñ, radio comunitaria di El Maiten, dove la carovana e’ stata allegramente accolta dagli attivisti che hanno preparato uno speciale asado e hanno presentato il nuovo progetto di ampliamento della radio per la creazione di uno spazio sociale polifunzionale, qui detto SUM.
L’idea di Mauro e degli altri e’ di riuscire a realizzare e inaugurare il Sum entro un anno, e il progetto assume una valenza molto importante se si considera la necessita’ di avere un luogo di aggregazione in questa piccola realta’ immersa nella piena e sconfinata Patagonia; grazie alla radio gia’ diverse donne e giovani abitanti di El Maiten tengono la loro trasmissione ogni settimana.